GeneraZione Servizio Civile

Capire la Generazione Z per immaginare il futuro in cui saranno protagonisti

Sono note le difficoltà comuni ai giovani della Generazione Z, quella che si approccia al servizio civile in questi anni. Sono giovani interessati, interessanti, attivi se stimolati ma mostrano anche numerose fragilità.
Nasce da questa riflessione l’incontro GeneraZione Servizio Civile, in cui per 2 giorni circa 30 formatori di ASC aps si confronteranno con esperti e fra loro per rispondere a due domande: “chi siamo noi, formatori-adulti? In che modo ci relazioniamo con i giovani in aula?

Formazione in evoluzione
Gli adulti devono essere consapevoli dell’evoluzione della realtà che ci circonda. Cambiano i bisogni, le modalità di socializzazione, l’approccio all’impegno civico e gli adulti devono evitare di forzare i più giovani ad adeguarsi meccanicamente a modelli del passato.
Occorre, quindi, un approccio dinamico, quello che da sempre caratterizza la formazione di ASC aps e che pungola i formatori per restare continuamente aggiornati.

Ogni anno, il gruppo formatori si rimette in gioco nel costruire materiali adatti a diversi formati, nell’adeguare i contenuti affinché siano collegati all’attualità, nell’apprendere nuove tecniche di insegnamento e nel riversarle negli strumenti offerti dall’evoluzione digitale.
Nel 2020 abbiamo accolto la sfida proposta dalla pandemia per realizzare una formazione di qualità ed altamente interattiva, sia in presenza che attraverso il monitor. Parallelamente, abbiamo portato in aula temi centrali nella crescita della generazione Z, come “hate speech e fake news” o la “giustizia ambientale”. In questo modo è diventato più semplice evidenziare il collegamento tra servizio civile e vita civile. Oggi la sfida che abbiamo scelto è più profonda e affonda le radici in quella complessità e nel disagio che abbiamo intravisto nei giovani che incontriamo.

Paola Santoro, Responsabile didattico ASC nazionale aps

Una sfida di responsabilità
Per molti giovani, il servizio civile è forse l’ultimo spazio-tempo in cui poter costruire la coscienza di sé e riflettere sul proprio posto nella comunità, un ultimo istante prima di essere travolti dalla vita, dagli impegni familiari e professionali.
Grazie anche all’aiuto di Monica de Luca, componente dello Studio APS e assistente della cattedra “psicologia di comunità” del corso di Laurea magistrale in Psicologia Clinica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e a Aldo Manuali, pedagogista e Giudice onorario presso il Tribunale dei Minori di Perugia, i formatori di ASC aps hanno accettato una sfida difficile, che è soprattutto una scelta di responsabilità.

La formazione che si svolge nel servizio civile non aggiunge contenuti al percorso scolastico, né è specifica per l’avvio a una professione. Ha però tre caratteristiche positive: l’età adulta e la consapevolezza dei volontari, la mancanza di esami o certificati che finalizzano il percorso, la possibilità di integrare contenuti e riflessioni dell’aula con le attività del progetto per un intero anno. Questo cambia l’impegno dei formatori, che si sposta su un fronte diverso. In questi due giorni, quindi, metteremo in discussione il nostro ruolo, riflettendo sulla postura da adottare quando incontriamo i giovani. Vogliamo diventare adulti-formatori che riconoscono difficoltà e fragilità generazionali e che, assieme a questi ragazzi, costruiscono un percorso che porta a una nuova generazione di cittadini attivi e consapevoli.”

Paola Santoro, Responsabile didattico ASC nazionale aps

“Il formatore lavora nel e con il tempo; elabora attraverso gli apprendimenti concreti, i possibili sensi della temporalità: quali sono i nostri passati, visibili e invisibili, ufficiali e taciuti; di quali elementi è composto il nostro presente, e quali futuri condivisi siamo capaci di progettare.”

Marina Garcés, filosofa