Cosa ti ha spinto a scegliere il progetto tulipano verde?
Erica: Ho scelto questo progetto per supportare i bambini nello studio e nelle modalità di apprendimento di varie materie, soprattutto umanistiche e linguistiche; mettere in pratica ciò che ho studiato, conoscere le dinamiche dell’ambiente scolastico e cercare di intermediare il rapporto tra studenti ed insegnanti.
Sonia: Mi ha spinta un’esigenza di concretezza unita al desiderio di avvertire, come già in una precedente esperienza di volontariato a scuola, quell’appagante e arricchente sensazione di benessere legata al mettersi a disposizione degli altri in un’ottica di scambio, che è umano ed affettivo prima di tutto. Per questa sfida e per me, sentivo che potesse essere il momento giusto e che quello accanto a bambini e a ragazzi potesse essere il mio posto.
Quali erano le tue aspettative prima di iniziare il servizio civile?
Erica: Mi aspettavo di imparare nuove tecniche per aiutare i ragazzi nello studio e conoscere le varie problematiche riguardanti l’apprendimento delle materie scolastiche. Capire le esigenze dei ragazzi e scambiarsi idee ed opinioni col fine di migliorare la loro partecipazione alle attività scolastiche.
Sonia: Non mi ero prefigurata troppo come sarebbe potuta essere sul piano operativo la mia routine come volontaria del servizio civile in una scuola media. Mi aspettavo però che questa esperienza avrebbe avuto un forte impatto sulla mia quotidianità, che sarebbe stata formativa, di un imparare facendo e così è stato. Pensavo avrei avuto l’occasione di conoscere dall’interno alcune delle dinamiche che regolano il mondo della scuola e di viverla da una prospettiva nuova: non insegnante e non più studentessa, ma ponte tra i due.
Di che cosa ti occupi effettivamente?
Erica: Aiuto i ragazzi con DSA durante le lezioni in aula tramite schemi, mappe concettuali, parole chiave ed esercizi mirati studiati appositamente per loro. Mi occupo inoltre del supporto ai bambini con ritardo mentale facendogli fare esercizi semplificati per le loro esigenze ed infine insegno italiano a ragazzi stranieri tramite un progetto di alfabetizzazione stabilito con la struttura ospitante.
Sonia: Seduta con loro ai banchi, trascorro le mattinate affiancando e supportando durante le ore di lezione in classe ragazzi e ragazze con disturbi specifici dell’apprendimento e bisogni educativi speciali, spesso individualmente, talvolta in piccoli gruppi. Ci sono poi momenti in cui sono a disposizione dell’intera classe e altri in cui sostituisco le insegnanti di sostegno. Io e Erica ci occupiamo anche di insegnare la lingua italiana a ragazzini che, provenienti da vari paesi, sono al primo anno di scolarizzazione in Italia. Durante queste ore vestiamo i panni dell’insegnante alfabetizzatore: registro personale alla mano e a noi la scelta di come impostare le lezioni, quali argomenti svolgere e quali compiti assegnare. Al suono dell’ultima campanella dell’anno scolastico, passeremo dalle aule delle medie al centro estivo di Arci Ragazzi dove concluderemo il nostro servizio civile, dopo aver aggiunto un altro tassello all’estremamente ricco e variegato mosaico che questo progetto rappresenta.
Consiglieresti questo tipo di progetto?
Erica: Il progetto è molto interessante e meritevole di partecipazione, ma solamente a persone motivate ed in grado di dedicarsi pienamente alle attività previste da questo. Lo consiglierei senza esitazioni a tutti i ragazzi con predisposizione all’interazione con bambini e ragazzini.
Sonia: Col senno di poi e senza alcun dubbio lo consiglierei nuovamente a me stessa e a chi voglia affacciarsi su una realtà complessa e al contempo affascinante come quella della scuola, a chi si senta pronto a mettersi in cammino per accompagnare questi ragazzi lungo un percorso condiviso.