#VocidiAsc La storia di Alessia

Scegliere che strada intraprendere per il proprio futuro non è semplice, specialmente in un
mondo che corre sempre più veloce. Arriva un momento in cui ci si può sentire disorientati,
con la necessità di trovare nuovi stimoli. Un anno fa mi sentivo così: con una laurea in mano e alcune esperienze alle spalle, ero soddisfatta del mio percorso eppure non avevo le idee chiare sul mio futuro.

Ad oggi - forse - la matassa si è un po' dipanata: il servizio civile è stata l'occasione preziosa
per riordinare le tessere del puzzle, per mettermi in gioco e per continuare a formarmi, ma
soprattutto per scoprire maggiormente me stessa. Avevo sentito parlare di questa opportunità così iniziai a cercare progetti in tutta Italia e all’estero, poi un pomeriggio, scrollando instagram, trovai quello giusto per me: chi avrebbe
mai detto - anche se in realtà un po' ci speravo - che di lì a qualche mese mi sarei trovata a lavorare in comunicazione.

Dalle Marche mi sono trasferita in Piemonte per collaborare con l’ufficio stampa di Slow Food Italia per dedicarmi a un tema particolarmente importante per me: la sostenibilità agroalimentare. In questi mesi mi sono occupata di redigere articoli e comunicati stampa per poi pubblicarli online o inviarli alle mailing list, ho gestito una rubrica settimanale e seguito alcune iniziative più da vicino. Tra le esperienze più importanti sicuramente citerei “Terra Madre Salone del
Gusto”. Per la prima volta ho potuto prendere parte all’enorme lavoro di organizzazione che c’è dietro a un evento. Nei giorni del Salone ho gestito la sala stampa e l’accredito dei giornalisti, nazionali e internazionali: è stato incredibilmente arricchente conoscere e confrontarmi con persone da tutto il mondo (soprattutto l’occasione perfetta per rispolverare
tutte le lingue imparate negli anni).

Prendere parte al servizio civile mi ha dato modo di valorizzare maggiormente le mie abilità e i miei valori, acquisendo, inoltre, nuovi strumenti e competenze, sia tecnici che trasversali. Il bagaglio che mi porto da questa esperienza è riassumibile in gratitudine, formazione e crescita.  

Gratitudine per la fiducia che mi è stata data attraverso la responsabilizzazione nel lavoro; per le persone conosciute, le mie colleghe di ufficio, gli altri volontari, la mia OLP, ma anche i piccoli produttori e cuochi che ho avuto modo di intervistare e i giornalisti con cui mi sono interfacciata, a loro modo, hanno contribuito a plasmare e rendere speciale questo percorso. Oltre a comprendere cosa significhi essere veramente una volontaria di servizio civile e promuovere la cittadinanza attiva, ho potuto approfondire le tematiche legate alla sostenibilità e le dinamiche che ruotano attorno alla filiera agroalimentare.


È stato un anno di crescita, sia personale che professionale: dedicare un anno al servizio civile significa dedicare un anno al benessere comune, acquisire delle competenze spendibili nel mondo del lavoro e contribuire ad un cambiamento positivo.

Alessia