Abbiamo intervistato Valentina che ha svolto Servizio Civile Universale per il progetto Campus spazio ai giovani presso la sede del Comune di Schio.
Quali sono le attività principali che svolgi nel tuo progetto?
Io faccio parte del progetto Campus spazio ai giovani e mi occupo di Comunicazione presso il comune di Schio, sarei dovuta andare anche al Faber Box a gestire le aule studio, però poi sono state chiuse per la questione pandemia. Mi occupo giornalmente della rassegna stampa, che significa andare a prendere delle testate online e cartacee e guardare tutte le notizie che possono interessare al Comune e le organizzo poi in un archivio. Gestisco anche dei pannelli led che ci sono in giro per Schio, che sono i pannelli a messaggio variabile, che è tutta la parte di informazione per la cittadinanza, in cui pubblicizziamo eventi e informazioni di pubblica utilità. La parte informativa per la cittadinanza è quella che mi occupa più tempo, cioè sono coinvolta nella stesura dei messaggi su whatsapp e telegram, su whatsapp gestisco anche le prenotazioni e le richieste dei cittadini, ultimamente abbiamo implementato telegram, a questa attività consegue una programmazione di messaggi e di informazione. Ogni tanto preparo anche i posti su facebook, anche se di questo e del sito se ne occupano di più le mie colleghe. Durante la pandemia e la situazione di emergenza questi canali di messaggistica istantanea si sono dimostrati fondamentali e necessari per la comunicazione tempestiva con i cittadini, per tradurre i DPCM e dare informazioni alla comunità. Dopo la sospensione del progetto, durante il periodo di lockdown, abbiamo cominciato a proporre un servizio di pronto soccorso digitale, quindi ho un numero di cellulare che si può chiamare, per rispondere alle di “alfabetizzazione” della cittadinanza ed è andato veramente bene. In merito a questo ho creato anche dei vademecum di alfabetizzazione digitale. Oltre a questo tengo anche le statistiche di tutto quello che viene comunicato su social e sui canali di messaggistica in modo da fornire un aiuto concreto all’ufficio anche tramite dei grafici. Sono coinvolta a pieno in tante altre attività dell’ufficio, dall’affiggere le locandine in bacheca a tanti altri momenti. Direi che con la pandemia il mio lavoro non è sicuramente diminuito anzi è aumentato. Durante il lockdown appena si è potuto la mia Olp si è riattivata fornendomi monitor e un telefono aziendale e sono ripartita subito in smartworking.
Che cos’è per te il Servizio Civile?
Secondo me sta nella parola stessa è quella parte di servizio alla comunità e alla cittadinanza. Diciamo che nel mio campo ho potuto sperimentarlo a distanza, perchè non era previsto un contatto stretto come può essere stato per qualche altro progetto. Però mi sono resa conto di quanto possa essere fondamentale l’ascolto e l’attenzione alla persona e questa è una delle cose che mi ha dato e che mi lascerà il Servizio Civile e penso anche l’ufficio dove ho svolto servizio, in cui mi sono trovata a lavorare con delle persone valide, che mi hanno fatta sentire molto coinvolta e valorizzata. Per quanto riguarda il mio servizio mi sono resa conto che mi ha dato la possibilità di mettermi in gioco e di partecipare a delle piccole scelte, prendendomi anche delle piccole responsabilità e questo è stato molto importante.
Perché hai scelto il tuo progetto?
Io ho fatto degli studi di comunicazione a Verona, prima una triennale e poi un master in Comunicazione per il Sociale, in cui mi sono concentrata sullo sviluppo per il Terzo Settore e dopo gli studi mi era venuta voglia di sperimentarmi. Guardando un po’ in giro ho visto che era uscito il bando di SCU e che c’era un posto disponibile nell’ambito della comunicazione presso il Comune di Schio, allora un po’ per questo motivo e un po’ perchè l’esperienza di SCU mi ha sempre incuriosito, ma l’ho sempre lasciata un po’ in un angolino, ho detto “perchè non farla adesso per fare esperienza e sperimentarmi un po’?” e devo dire che è stata una bella scelta e un bel periodo per schiarirmi le idee anche a livello lavorativo-professionale.
Che aspettative avevi quando hai iniziato quest’anno e come stanno andando?
Non avevo molte aspettative se non quelle di cominciare a masticare il lavoro in sè e nello specifico nella comunicazione, diciamo che l’unica cosa che speravo era di riuscire a trovarmi in un ambiente in cui potevo un po’ spendermi e mettermi in gioco e l’ho trovato. Poi addirittura dalla pandemia in poi ho trovato anche più di quello che pensavo di riuscire a fare.