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Annachiara e Alice – SCU Casa di riposo di Cartigliano

Annachiara e Alice – SCU Casa di riposo di Cartigliano

Abbiamo intervistato Annachiara e Alice che svolgono Servizio Civile Universale per il progetto Non è mai troppo tardi presso la Casa di Riposo di Cartigliano.

Quali sono le attività principali che svolgi nel tuo progetto?
Stiamo seguendo tutte le visite che vengono fatte separatamente con i famigliari, dato che con la situazione pandemica è cambiata tutta la modalità di visita per cui devono rimanere tutti divisi e separati da dei plexiglass, noi ci occupiamo di far firmare le carte, misurare la temperatura, cambiare le mascherine. Al momento stiamo facendo tutti i lavoretti per Natale, stiamo preparando i biglietti per tutti gli ospiti e i famigliari, abbiamo preparato con gli ospiti delle decorazioni, poi facciamo insieme a loro anche giochi da tavolo come il memory, la tombola e abbiamo anche fatto i canti e attività sensoriali. Prepariamo anche delle attività specifiche per ognuno perchè con la situazione attuale quando ci sono nuovi inserimenti è obbligatorio per loro fare svariati giorni di quarantena, quindi studiamo e creiamo dei cruciverba o altre cose simili in modo che abbiano modo di impiegare il loro tempo.

Che cos’è per voi il Servizio Civile?
Per noi è stata un’esperienza che ci ha aiutato a capire bene come vivono qui la situazione, perchè magari da fuori non si può bene capire, mentre essendo qui dentro, parlando con loro capisci che tanti sono felici di essere qui mentre altri soffrono un po’ di più la lontananza dalla famiglia.
Annachiara: tante volte io venivo qui la sera dopo le lezioni dell’università e andavo a trovarli in camera per chiacchierare un po’ con loro e mi raccontavano le loro storie di vita, quindi alcuni condividevano con me i loro stati d’animo, la mancanza che sentono di casa e anche questi momenti mi hanno portata ancora di più ad affezionarmi. I periodi che li hanno costretti a vedere i familiari solo tramite chiamate hanno fatto si che il legame si stringesse ancora di più, si vede proprio che ci cercano per stare insieme.

Perché hai scelto il tuo progetto?
Annachiara:
io sto studiando all’Università Tecniche audioprotesiche, quindi un ambito abbastanza inerente, tanto che quest’esperienza la porterò in tesi di laurea, portando l’aspetto difficoltoso dell’utilizzo della mascherina che da un lato è una barriera acustica per chi soffre di difficoltà uditive. Inoltre probabilmente mi ha spinto verso questo progetto anche il legame forte che ho con i miei nonni.
Alice: io sono partita all’inizio dell’esperienza con la voglia di continuare gli studi per poter poi lavorare all’interno di strutture sanitarie e quindi ero interessata a provare un’esperienza che potesse essere una prova sul campo e durante quest’anno ho deciso seguire il percorso per diventare OSS, corso che inizierò tra poco.

Che aspettative avevi quando hai iniziato questo anno e come stanno andando?
Volevamo metterci in gioco e provare come fosse un’esperienza vera in questo ambito e volevo capire se effettivamente avevamo fatto la scelta giusta. Siamo state veramente contente perchè la soddisfazione e la gratificazione che ci da stare qui è immensa.
Quando usciamo da qui siamo proprio gratificate, per noi non è solo fare servizio, ma è anche tutto un aspetto umano, quando vedi che ti cercano, che hanno voglia di abbracciarti e sono felici di stare con te è una cosa bellissima e che ci riempie il cuore. Abbiamo instaurato un bellissimo rapporto anche con tutto il personale della struttura quindi quando quest’esperienza finirà ci mancherà davvero tanto tutto!