Alla vigilia della presentazione da parte del Governo della legge di stabilità 2021 riteniamo necessario esercitare sullo stesso la pressione necessaria a avere la dotazione annuale minima necessaria per poter dire che l’attuazione della riforma è nell’agenda del Governo Conte.
Ecco la lettera inviata al Presidente del Consiglio, al Ministro Spadafora, delegato al SCU e al Ministro dell’Economia e delle Finanze.
Al Presidente del Consiglio
Al Ministro con delega al Servizio Civile
Al Ministro dell’Economia e delle Finanze
Oggetto: legge stabilità 2021 e stabilizzazione del Servizio Civile Universale
Signor Presidente, signori Ministri
Questo istituto repubblicano, che sta incontrando il consenso dei giovani, la partecipazione delle organizzazioni del Terzo Settore e degli enti pubblici, a cominciare da quelli locali, l’interesse di tanti commentatori, senza una vostra scelta di dotazione di fondi adeguati andrà in crisi già nel 2021.
Infatti, come da più parti richiamato, inclusa la lettera che nel Luglio scorso 155 organizzazioni di servizio civile vi avevano inviato, senza una dotazione finanziaria che stabilizzi a 50.000 posizioni all’anno le opportunità di accesso dei giovani ai programmi di servizio civile, questa esperienza imploderà.
Per realizzare questo obiettivo, da più parti, si ritiene necessario un budget annuale minimo di 300 milioni di euro. La legge di stabilità 2020 aveva stanziato 99 milioni per il 2021 e 104 milioni per il 2022. Serve quindi una scelta politica del Governo, che superi le scelte dei Governi precedenti di contare su rincorse a fondi aggiuntivi in corso d’anno, peraltro arrivati con il contagocce e in misura comunque insufficiente.
Una dotazione di 300 milioni annui per il triennio 2021-2023 permetterebbe di attuare la Programmazione Triennale, definita con il Decreto del 4 Novembre 2019 del Ministro Spadafora, adeguandola alle mutate esigenze e situazioni dei vari territori del nostro Paese, con una ripresa di servizio anche all’estero, inclusa una valutazione su alcune parti della riforma votata dal Parlamento nel 2016.
Permetterebbe di venire incontro alla richiesta di partecipazione dei giovani (nei soli tre anni trascorsi sono state più di 188.000 le domande non accolte per assenza di posti di impiego) dando una risposta positiva alla disponibilità all’impegno che hanno esplicitamente manifestato in questi mesi. Nello stesso tempo sosterrebbe le organizzazioni di Terzo Settore e gli enti pubblici nella realizzazione delle loro attività verso i cittadini. Soprattutto sarebbe un generatore di persone formate all’impegno e alla partecipazione in una fase in cui il tessuto sociale è sempre più lacerato.
Fiduciosi in una vostra risposta positiva e in attesa di un cenno di riscontro vi auguriamo cordiali saluti