Cosa vuol dire fare il Servizio civile?
Mi limiterò a fornire la risposta dal punto di vista di chi sta svolgendo questo favoloso anno presso la
Fondazione Gramsci, perché sono convinta che questa esperienza dipenda moltissimo dal progetto per cui si decide di fare domanda. Quando penso al Servizio civile, quindi, mi vengono subito alla mente due sostantivi: scelta e opportunità, intimamente legati tra di loro; poiché l’opportunità che viene offerta dagli enti, italiani o esteri, che aderiscono alla rete richiede a noi, futuri volontari, la responsabilità di scegliere il progetto che, per competenze o anche solo per slancio o intuizione, riteniamo più adatto a noi. Quando feci domanda, non avevo dubbi sul progetto che avrei scelto. Perché? Perché era quello che sentivo mio, in linea con i miei studi e con il mio sentire culturale. Con la mia formazione di tipo storico-archivistico, cos’era meglio di un anno (un intero anno!) all’interno di un ente sede di un importantissimo Archivio storico nonché centro di elaborazione continua di cultura storica? Sapevo ciò che avrei trovato e proprio per questo non ho nutrito alcun dubbio sulla mia scelta. Scelta che è stata un’importantissima opportunità di imparare, crescere, mettermi alla prova, migliorarmi come futura professionista e come persona.
In Fondazione ho migliorato giorno dopo giorno le mie competenze e capacità di gestione di fondi di archivio storici e ne ho imparate di nuove, come ad esempio saper guidare e indirizzare tanti e diversi ricercatori nei loro studi. Nel farlo mi sono sentita apprezzata ed ho scoperto che potevo e sapevo mettermi in gioco con serietà, tenacia e costanza.
Se poi si ha la fortuna di condividere tutto questo con ben altri cinque “colleghi”, compagni, amici, che, come me, hanno scelto di sfruttare questa specifica opportunità, allora il gioco diventa non solo molto interessante, ma davvero divertente! Sei volontari, sei persone, sei caratteri diversi e sei percorsi differenti seppur simili alle spalle, ma con tanta voglia di conoscersi e stare insieme!
Di questi mesi porterò con me le interminabili discussioni su tutto; le risate (tante, forse troppe); i nostri svariati brindisi e gli aperitivi; le pause pranzo; il 25 aprile al parco; ma anche i nostri battibecchi di opinione che mi hanno nutrita e arricchita e che più delle risate mi hanno aiutato a crescere, ad aprirmi, a confrontarmi e a non aver paura di farlo.
Avrei avuto la stessa esperienza se non avessi ponderato la mia scelta? Sicuramente no. Forse sarebbe
stata peggiore, forse migliore. Chi lo sa. So però che parte del mio futuro, di me, dipenderà anche da
quest’anno e per questo ai futuri aspiranti volontari dico: scegliete la vostra opportunità. Se non ne siete sicuri, seguite l’istinto ma non prendete alla leggera quest’anno…potrebbe riservare delle belle sorprese!
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