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Servizio Civile: l’unione fa la forza

Servizio Civile: l’unione fa la forza

La Riserva Naturale della Valle dell’Aniene conta 620 ettari di terra strappata all’urbanizzazione degli anni ’70 che, ancora oggi, avvolge il fiume Aniene dal Grande Raccordo Anulare fino alla confluenza nel Tevere. Qui, per conto dell’ente regionale Roma Natura, opera un’associazione chiamata “Insieme per l’Aniene”, una o.n.l.u.s. nata dall’unione di differenti realtà associative aventi il comune proposito di preservare quest’area dall’inarrestabile avanzata della città.

Quando pensiamo alla Riserva Naturale della Valle dell’Aniene, purtroppo, non possiamo immaginare un’area totalmente vergine: la densità abitativa e l’inciviltà che la circondano hanno lasciato tracce sul paesaggio difficili da cancellare. Alla forte antropizzazione però si contrappone la straordinaria capacità adattativa della natura, che sa far fiorire la sua bellezza nonostante tutte le brutture da noi lasciate.

Personalmente credo di aver conosciuto veramente la Primavera solo facendo il Servizio Civile nella Riserva. Prima d’allora non avevo mai davvero osservato con attenzione le fasi di risveglio della Terra: dalle margherite al mandorlo, seguiti dal pero, dal papavero e da malva e cardo. E i piccoli insetti determinati, tanto odiati da molti, che invece ho imparato ad apprezzare come piccoli prodigi ingegneristici senza cui non ci sarebbe vita.

L’associazione Insieme per l’Aniene si è assunta nel tempo diversi compiti, primo fra tutti il tenere aperta la sede ufficiale, la “Casa del Parco”, dove il cittadino può liberamente entrare e chiedere informazioni riguardo la riserva e le attività svolte nell’area. Si effettuano anche piccoli interventi di manutenzione della sentieristica e del verde fin dove arrivano le possibilità dei volontari che vi prestano servizio. La seconda attività più importante è la gestione degli Orti Urbani: piccoli lotti di terra concessi in affitto al cittadino che ne fa richiesta, solamente per uso personale e autoconsumo. È un’attività che crea molta cooperazione e condivisione fra le persone che ne usufruiscono, contribuendo a strappare i pensionati alla sedentarietà e aprendo spazi di socializzazione. Non mancano naturalmente i dissidi e le incomprensioni interne fra coltivatori ma questo fa parte del “gioco”, come ama chiamarlo il segretario dell’associazione, Lucio. La terza attività, non meno importante, è l’educazione ambientale dei bambini. Ogni anno vengono infatti in visita scolaresche delle elementari dove viene loro insegnato cos’è una Riserva Naturale e quali tesori vi si possono rinvenire se si aguzza la vista. Si portano le classi lungo un percorso breve dalla Casa del Parco al fiume e si lascia loro raccogliere tutti i reperti naturali che li incuriosiscono. Tornati in sede, gli oggetti raccolti vengono guardati al microscopio e spiegati.

È stato durante una visita guidata alle scolaresche che ho sentito lo spirito del Servizio Civile animarci di più, proprio durante un momento difficile per l’associazione dovuto all’improvvisa scomparsa di una figura di riferimento importantissima per tutti: Loretta.
Tutti i volontari del Servizio Civile hanno diverse figure a cui fanno riferimento nel campo in cui operano. Loretta era la nostra formatrice, donna forte e gentile, avrebbe dovuto guidarci per tutto l’anno di servizio civile insegnandoci il “mestiere” di volontari. La sua morte improvvisa, oltre ad aver rappresentato la perdita di una persona straordinaria, ha gettato noi volontari SCN e l’associazione nel dolore e nello scompiglio. Chi avrebbe condotto le visite guidate ai bambini? Noi volontari eravamo pronti oppure sarebbe stato un disastro di maestre deluse e bambini annoiati?

Abbiamo chiamato a raccolta le risorse umane e mentali necessarie il più in fretta possibile. I volontari SCN dell’anno prima sono accorsi per mettere in campo la loro esperienza pregressa, e ciascuno di noi ha potuto mettere qualcosa proveniente dal proprio campo di studi: Gabriele, laureando in geologia, ha illustrato la parte riguardante la piana alluvionale e la formazione del tufo usato dagli antichi Romani per la costruzione delle ville; Simone, biologo, si è soffermato sulla spiegazione dell’ecosistema e degli equilibri naturali; Riccardo, architetto del paesaggio, ha potuto spiegare elementi di botanica e le problematiche ambientali più comuni. Io, come infermiera veterinaria, ho contribuito con la spiegazione dei reperti animali rinvenuti dai bambini (ossa, insetti, piume, peli).

Ripensandoci adesso sembra semplice ma quella fu una prova per tutti. Noi non avevamo ancora terminato la formazione per poter contribuire alle visite guidate e qualcuno nemmeno era presente alla visita guidata svolta da Loretta prima che se ne andasse.

Io sono una persona introversa, penso sempre tante volte prima di iniziare qualcosa di nuovo, ma in quell’occasione sono stata obbligata dagli eventi a buttarmi finendo a parlare davanti ad una ventina di bambini e tre insegnanti senza una completa preparazione. Prima di allora non credevo di esserne capace. Quel giorno ho scoperto un nuovo pezzetto di me e grandi ricchezze negli altri. Tutti assieme siamo stati capaci di ricomporre un vaso che pareva sbriciolato. È stato quel giorno che abbiamo sentito la forza del “fare assieme” e posso garantire essere una sensazione che rimane impressa. Il sentirsi parte di qualcosa, il sentirsi valorizzati dal dare il proprio contributo ciascuno secondo le proprie capacità, trasmette una grande energia.

Se dovessi cercare un episodio che rappresenti davvero per me cosa sia il Servizio Civile, mi viene in mente quello che ho appena raccontato, non perché per essere un episodio rilevante debbano per forza accadere eventi disastrosi, ma perché in generale il Servizio Civile ti pone delle sfide e te le fa affrontare. Allo stesso tempo però ti insegna che davanti alle sfide non sei solo, perché ci sono altre persone come te che affrontano i medesimi problemi, ti chiedono consiglio e ti danno consigli. Il Servizio Civile ti mette alla prova e ti permette finalmente di mettere in campo tutto quello che hai imparato in anni di studio e di esperienze personali, con il valore aggiunto di metterli al servizio dell’altro. Io penso che la quintessenza dell’essere umano alla fine sia questo: condivisione e collaborazione per uno scopo comune.

Da appassionata di etologia aggiungo che non possiamo farci nulla, è la nostra natura: nella difficoltà o nella serenità possiamo sentirci veramente appagati solo quando stiamo bene con gli altri e costruiamo assieme qualcosa.

Se mi si chiede un motivo per cui qualcuno dovrebbe fare il Servizio Civile mi viene in mente solo una ragione: per conoscere noi stessi e la felicità.