Durante una torrida mattinata di servizio al campo rom di via Candoni, una di quelle in cui non si vede un abitante, se non a partire da mezzogiorno e quand’anche uno di loro avesse l’ardire di affacciarsi nel nostro container-ufficio non ci chiederebbe di fare nessuno sforzo.
Fiaccati da questo tipo di giornata Felix butta lì l’idea: “Tutti a pranzo a casa mia”. Nessun’altra cosa avrebbe potuto attivarci in quel momento. Iniziammo a fare proposte, confrontando cucina rom vs cucina romana: “sì, ma io so’ vegetariana!”, faccio io “Che vitaccia la vita del mediatore- dice Felix- dovremo limitarci a una pasta al sugo”.
Così andiamo a fare la spesa ed entriamo a casa di Felix, dove finalmente conosciamo sua moglie Alexandra, che vedendo tutti questi ospiti in casa sua è corsa immediatamente ai fornelli. Noi volontarie l’abbiamo dissuasa da questa faticosa attività, obbligandola ad ascoltare i nostri racconti e chiedendole di lei, di come fosse vivere con un Felix, e lasciando ai ragazzi/Felix compreso, l’onere di cucinare.
Alexandra concordò con noi nel dire che la pasta era pessima.
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