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LAZIO: SERVIZIO CIVILE A RISCHIO DERIVA

LAZIO: SERVIZIO CIVILE A RISCHIO DERIVA

La denuncia di ASC LAZIO

ASC Lazio denuncia il rischio di strumentalizzazione del servizio civile nella regione Lazio e di evidente fraintedimento delle finalità dello stesso.
Qui di seguito le motivazioni diffuse ieri in un comunicato stampa.
“La Regione Lazio, con il D.G.R. n° 45 del 04/02/2011 ha approvato i criteri di attribuzione dei 20 punti aggiuntivi per Progetti di Servizio Civile Nazionale presentati dagli enti accreditati presso l’Albo Regionale.
In tale Delibera ben 4 dei 20 punti disponibili sono da attribuirsi a quei progetti di servizio civile operanti nel settore Assistenza (Allegato A alla Delibera, Area di intervento del progetto).
Arci Servizio Civile Lazio, in relazione a tale determinazione, esprime la più viva preoccupazione, trattandosi di una ennesima interpretazione distorta del Servizio Civile Nazionale, che la Legge istitutiva N° 64 del 06/03/2001 (di cui ricorrono i dieci anni di applicazione) prevede testualmente come “difesa della Patria con mezzi ed attività non militari”, articolando tale difesa in varie attività (educazione e promozione culturale, assistenza, protezione civile, tutela del patrimonio culturale, servizio civile all’estero, ambiente), non prevedendo alcuna priorità settoriale.
Arci Servizio Civile Lazio vede infatti nel servizio civile un importante strumento di educazione alla pace ed alla cittadinanza, con i giovani come protagonisti cui deve essere offerta una ampia scelta progettuale, e non visti come mero “strumento” per sostenere politiche di welfare le cui risorse sono sempre più ridotte dai governi nazionale e regionali.
La chiusura di ospedali nella Regione Lazio, il declassamento di altre strutture sanitarie, le annunciate politiche contro i consultori ed i diritti della donna, servono solo a nascondere i tagli e la riduzione del welfare, e non possono vedere il servizio civile come risposta.
Arci Servizio Civile Lazio vuole sottolineare presso gli enti, i giovani, i rappresentanti dei volontari, le conseguenze (già visibili nei progetti autofinanziati da alcuni enti e negli effetti prodotti sulle recenti graduatorie regionali, di cui alle ultime dichiarazioni dell’Assessore Forte) di questa ulteriore deriva dello strumento servizio civile.
Contestualmente, torna a proporre l’istituzione di una Consulta Regionale per il servizio civile (sul modello di quella nazionale), luogo di discussione ed elaborazione, la cui necessità si ritiene ormai ineludibile.”