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FISH E CNESC: UN SERVIZIO CIVILE DI INCLUSIONE

FISH E CNESC: UN SERVIZIO CIVILE DI INCLUSIONE

FISH e CNESC insieme per un servizio civile di uguaglianza ed inclusione

Il 9 Aprile 2008 l’Assemblea CNESC (Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile) ha incontrato il Presidente FISH (Federazione Italiana Superamento Handicap) Pietro Barbieri.
Durante l’incontro, che ha permesso di superare alcune incomprensioni del passato, sono stati approfonditi i rispettivi percorsi in materia di servizio civile e di promozione e tutela dei diritti delle persone con disabilità, individuando le linee prioritarie programmatiche comuni per una crescita qualitativa dell’esperienza di servizio civile e per la promozione e realizzazione integrata di esperienze, progetti ed iniziative che rafforzino la centralità dei temi dell’uguaglianza e della partecipazione del cittadino quali concrete declinazioni dei principi di difesa della patria.
Partendo dalle positive collaborazioni che già vedono FISH e CNESC, anche attraverso le rispettive reti di enti aderenti, impegnate con approcci e visioni affini e spesso sovrapposte, pur nella specificità delle rispettive missioni, sono state individuate le seguenti direttrici di sviluppo, che esaminate dai rispettivi organi dirigenti, verranno articolate secondo il seguente piano di lavoro:
– sviluppare proposte comuni di revisione dell’attuale sistema normativo che diano piena dignità e centralità all’area della disabilità quale “luogo” di crescita, educazione, formazione, per il superamento del paradigma negativo dell’handicap e dello stigma sociale che accompagna la Persona Con Disabilità;
– in quest’ottica di cambio di prospettiva rilanciare il tema dell’eguaglianza, dell’inclusione, della vita indipendente che attraversi tutto il servizio civile e pertanto non possa e non debba essere relegato a quota di riserva a “protezione” di una o più categorie di soggetti svantaggiati, né tanto meno di singole Associazioni o tipologie di disabilità.
– lavorare assieme per l’elaborazione di modelli formativi, generali e specialistici, nonché per la predisposizione e attuazione di progetti di servizio civile che affermino una cultura dell’inclusione, della centralità della persona, dell’uguaglianza formale e sostanziale e della lotta a ogni forma di discriminazione diretta ed indiretta, riconoscendo il valore di investire sulle giovani generazioni per la creazione di un mondo più giusto e solidale;
potenziare il legame e, ove possibile, la sovrapposizione tra le due reti sia a livello nazionale che territoriale per una crescente capacità di entrare in relazione con il territorio, con i giovani, con i cittadini con disabilità secondo modelli culturali, linguaggi, sensibilità comuni;
condividere un servizio civile autonomo, non sostitutivo di politiche di settore, né tappabuchi, ma con un proprio disegno strategico in grado di assorbire, rielaborare e mettere a sistema in modo originale – in ottica di difesa della patria – azioni, persone, risorse;
affermare la valenza del servizio civile quale opportunità di empowerment per la Persona Con Disabilità o la sua famiglia affinché possa essere messa in condizione di rappresentare il suo diritto ad una vita indipendente agli enti locali e possa raggiungerla attraverso prestazioni pubbliche di assistenza indiretta a partire dalla ri-costruzione di relazioni e legami sociali negati.