” Nel 2014 il Governo lanciò una consultazione pubblica online sulla legge delega sulla riforma del terzo settore e del servizio civile. Oggi dopo 5 anni non abbiamo ancora la piena attuazione né del nuovo servizio civile universale, né del codice del terzo settore. Eppure sono entrambi processi che ci investono come organizzazione di promozione sociale e come enti di servizio civile, oggi infatti decideremo importanti modifiche statutarie in merito, ma consapevoli che l’immobilismo o se si vuole, il forte ritardo sui decreti attuativi, ci costringerà a futuri e ulteriori cambiamenti.
E’ certamente vero che dopo la nostra ultima assemblea, ci eravamo lasciati con buoni auspici ed effettivamente almeno sul fronte dei fondi dal 2015 al 2018 ci sono stati costanti aumenti e nuove sperimentazioni: garanzia giovani, corpi civili di pace, progetti con inserimento di giovani titolari di protezione umanitaria (FAMI).
Ma ricordiamo che l’obiettivo principe del nuovo servizio civile universale è permettere a tutti coloro che vogliono partecipare di poterlo fare, quindi l’avvio di 100.000 giovani l’anno. Il suo raggiungimento è molto lontano se oggi stiamo rimpiangendo il 2018 come l’anno migliore (più di 53 mila posti a bando), mentre con i numeri che si conoscono oggi si parla di un passo indietro con circa 42 mila partenze per il 2019.
Tutto fermo insomma. Tutto tace. Eccetto il solito dibattito sul servizio civile obbligatorio che riemerge quasi sempre in modo assolutamente strumentale, tant’è che non ha mai avuto seguito operativo, né ha mai scaldato gli animi dei giovani che dovrebbero poi realizzarlo. Mentre spesso accende il dibattito pubblico e giù fiumi di parole sull’importanza di formare i giovani all’impegno civico, quando lo strumento per concretizzare questo tipo di formazione esiste già da quasi vent’anni e si chiama servizio civile volontario. L’abbiamo chiamato nazionale, oggi è universale, ma parte sempre da una scelta consapevole, e non da un obbligo, ha bisogno di essere costantemente migliorato, ma la struttura c’è già, c’è bisogno di rafforzarla e sostenerla, rendendola una misura strutturale aperta a tutti i giovani interessati.
Dunque la macchina legislativa e quella burocratica si muovono con lentezza, mentre nel quotidiano i progetti di servizio civile si realizzano grazie all’impegno costante dei giovani, degli enti, degli OLP, dei formatori, ma anche dei progettisti e di chi monitora e supporta la realizzazione dei progetti con un accompagnamento e una facilitazione costanti.
E se è vero come dice il decreto legislativo n.40/2017 che istituisce il servizio civile universale che questo è “ finalizzato…. alla difesa non armata e nonviolenta della Patria, all’educazione, alla pace tra i popoli, nonché alla promozione dei valori fondativi della Repubblica..”……è anche grazie al nostro contributo come organizzazioni che da sempre portano avanti con caparbietà quelli che erano i valori fondativi del servizio civile degli obiettori: difesa nonviolenta della patria tradotta in azioni concrete volte alla tutela dell’ambiente, dei diritti sociali, della cultura , della memoria e della storia, della cooperazione, ricordando sempre che la solidarietà sociale non è una questione di buonismo, ma è un dovere inderogabile e lavorando coi giovani volontari nell’ottica di rendere concreto l’articolo 4 della costituzione, guardando a loro come cittadini impegnati in attività volte al progresso materiale e spirituale della società.
Dunque in questa fase di passaggio dal servizio civile nazionale ( L. 64/01) al servizio civile universale ( dlgs. n. 40/2017 ) ci portiamo dietro quello che di buono il SCN e prima ancora il servizio civile sostitutivo ha costruito, ma siamo pronti a lanciarci nelle sfide aperte dal nuovo istituto se solo si riuscisse a rendere operativi e attuabili tutti i punti della riforma, che ricordiamo nasce in gran parte dalle proposte di molti enti e volontari, per la costruzione di una nuova esperienza di servizio civile, per tutti quelli che chiedano di parteciparvi, italiani e stranieri residenti, che preveda la mobilità con paesi europei, il riconoscimento di benefit e valorizzazione delle competenze.
Oggi sicuramente l’apertura agli stranieri è un obiettivo raggiunto, ma ancora siamo lontani dal concetto di universalità a cui la legge si ispirava, anzi se è possibile stiamo facendo passi indietro, non c’è un intervento strutturale che veda un finanziamento certo del fondo nazionale e soprattutto adeguato all’obiettivo dei 100 mila giovani in servizio ogni anno. E aspettiamo di capire cosa sarà la programmazione triennale degli interventi di servizio civile che prenderà il posto della progettazione, chiedendo a gran voce che venga finalmente attuata.
In questo senso approfittiamo di questa appuntamento importante, l’assemblea che segna i 18 anni di vita della nostra associazione, per portare il nostro contributo di rete associativa raccontando il nostro modo di declinare il servizio civile e la sua capacità di produrre cambiamento nella comunità, nelle organizzazioni e nei giovani volontari.
Alcuni numeri per capire come ASC Roma si è inserita in questi ultimi anni: dal 2015 a oggi abbiamo realizzato 52 progetti di servizio civile coinvolgendo 256 giovani.
Oggi siamo associazione di promozione sociale ed ente di servizio civile universale, accreditato al novello albo unico nazionale SCU, come articolazione territoriale di ASC, la più grande associazione laica del servizio civile, con più di 60 ASC locali e centinaia di soci e partner pubblici. Su Roma contiamo 32 tra soci e partner, in particolare 24 soci , mentre i soggetti accreditati e attivi sul servizio civile sono 21 e 2 in fase di accreditamento, su ben 98 sedi, su Roma e all’estero.
Più in generale nell’arco di 18 anni abbiamo realizzato 233 progetti coinvolgendo circa 1300 volontari (di cui una sessantina all’estero), incontrando in fase di colloqui e selezioni più di 4000 giovani; oltre al supporto a enti esterni come l’Istituto per sordi, la Provincia di Roma coinvolgendo quasi 200 altri giovani. Abbiamo organizzato e realizzato più di 2000 ore di formazione generale con 265 incontri sulle tematiche della nonviolenza, dell’obiezione di coscienza e del servizio civile, della protezione civile, dell’inclusione, della legalità democratica. Abbiamo portato avanti con convinzione la dimensione formativa dell’esperienza di servizio civile progettando e organizzando altri momenti formativi: la formazione aggiuntiva e partecipata mettendo a frutto il nostro essere rete e cercando di stimolare il protagonismo e l’autonomia dei volontari. Il risultato: 75 corsi aggiuntivi su tematiche trasversali ai progetti ma centrali nel percorso di formazione alla cittadinanza attiva e soprattutto scelti e spesso condotti e organizzati dai volontari stessi. Alcuni esempi: corsi di primo soccorso, incontri alla casa della memoria su tematiche di storia contemporanea, percorsi di sensibilizzazione ai temi ambientali con visite guidate, l’associazionismo e la promozione sociale, il mondo del lavoro,ecc.
Negli ultimi tre anni abbiamo implementato la formazione specifica, inserendo in modo trasversale a tutti progetti alcune tematiche nell’ottica della valorizzazione delle competenze (altro tema importante nel SCU) maturate durante i 12 mesi di servizio civile, sulla progettazione sociale e sul lavoro di gruppo per un totale di circa 50 ore di formazione in aula.
Abbiamo tra le altre cose sperimentato: la misura garanzia giovani, volta a inserire i giovani neet, con un progetto a rete nel 2015 ; nel 2016 i corpi civili di pace in Libano con un progetto Arci/ARCS; infine nel 2018 abbiamo accolto due giovani titolari di protezione umanitaria nel progetto di Arci Solidarietà “La rete dei diritti” aderendo alla sperimentazione FAMI che vedeva fondi europei a sostegno di misure di integrazioni (come appunto il servizio civile – misura che ahimè è stata cancellata)
Prospettive future
Oggi siamo ancora in attesa degli esiti della valutazione della progettazione 2018: 17 progetti per 75 futuri volontari. Non abbiamo notizie confortanti sui finanziamenti stanziati dal governo. Non sappiamo quando partirà finalmente la programmazione. Di certo chiediamo, come giorni fa ha fatto anche la CNESC, che su questi temi ci siano dei provvedimenti urgenti, dall’altra continuiamo ad allargare la nostra base sociale e nelle nostre previsioni la capacità di proposta progettuale già da quest’anno ci vede proiettati sui 20 progetti per circa 100 volontari nel 2021.
Nell’attesa di conoscere i modi e le tempistiche del nuova programmazione, la nostra idea è quella di mettere in condivisione la nostra esperienza di rete che cerca di agire il cambiamento attraverso la realizzazione dei progetti di servizio civile: un cambiamento nel contesto in cui agisce, all’interno delle organizzazioni e soprattutto nei percorsi formativi e di vita dei giovani che lo realizzano. Se il servizio civile fatica ad attuare la sua riforma, i volontari e gli enti il cambiamento lo portano avanti quotidianamente in tutti i settori del servizio civile. Di qui l’idea oggi di lasciare la parola e lo spazio soprattutto a loro, operatori volontari, olp, formatori, a testimoniare nel concreto il contributo di innovazione e miglioramento che il servizio civile può dare alla comunità, ai partecipanti e alle organizzazioni.
Abbiamo scelto di dar voce ad alcuni progetti, per questioni di tempo non tutti, ma in rappresentanza di tutti i settori che ad oggi ci vedono impegnati: il settore ambientale con il progetto “Ambientalismo e territorio” di Legambiente e “Volontari per l’Aniene” di Insieme per l’Aniene, per il settore della promozione culturale e sociale i progetti “Un mondo in movimento” di Lunaria e “La rete dei diritti” di Arci Solidarietà, il settore della salvaguardia del patrimonio culturale e storico i progetti “Volontari al servizio della cultura e della ricerca” della Fondazione Gramsci e “Il futuro della memoria” della Fondazione Basso e dell’Istituto Sturzo, sull’estero e su corpi civili di pace interverrà l’ARCS. Un spazio speciale l’abbiamo dedicato all’Anpi che quest’anno si affaccia per la prima volta all’esperienza di servizio civile portando avanti un progetto a rete nazionale “Dalla resistenza alla cittadinanza attiva” con la testimonianza di una volontaria. Infine l’intervento di chiusura del gruppo di volontari del progetto ABC Diritti in partnership con Cgil Rieti Roma Est Valle dell’Aniene che qui ci presenteranno un loro documento sul servizio civile con l’idea di condividerlo con gli altri 50 volontari ASC Roma in servizio in vista della loro assemblea nazionale che si terrà a Trieste il 6 luglio.”
Relazione introduttiva di Teresa Martino, presidente ASC Roma – 7° assemblea ASC Roma – 29 maggio 2019
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