Sono Michele, ho 26 anni e sono arrivato a Rimini da Verona (passando per Bologna, dove mi sono laureato in Teatro e Musica) per svolgere un anno di servizio civile presso l’associazione culturale L’Arboreto, che gestisce il Teatro Dimora di Mondaino – centro di residenza dell’Emilia-Romagna e promuove attività culturali, soprattutto in ambito teatrale, a livello locale, regionale e nazionale.
Ho scelto di investire questo anno nel potenziamento della mia formazione già avviata in campo culturale e al tempo stesso nello sviluppo pratico di alcune competenze organizzative e gestionali che, ahimè, la nostra generazione brama spesso di apprendere, oltre i libri e i brevi tirocini non retribuiti. Ho conosciuto l’ente dove sto svolgendo il servizio attraverso l’Università, ne ho apprezzato le peculiarità che lo rendono unico a livello nazionale e ho deciso che avrei voluto svolgere un’esperienza ravvicinata, intensiva e continuativa al suo interno tramite il servizio civile. Mi sono messo in gioco accettando il rischio e la scomodità del trasferimento con la consapevolezza e il desiderio di svolgere un anno a fianco di una realtà in cui avrei potuto crescere molto, come professionista e come persona. E così si sta rivelando.
Infatti, nonostante l’obiettivo iniziale che mi ha spinto a fare richiesta fosse la possibilità di avvicinarmi a questa associazione per cercare di far esperienza nell’ambito culturale e trovare lavoro, ho fatto delle piacevoli e inaspettate scoperte durante il tragitto, sulla mia persona e sul valore della cittadinanza attiva e del volontariato. L’esperienza di un anno permette infatti di approfondire il valore storico e civile del servizio, che innalza il valore della solidarietà e del non-profit, contribuendo silenziosamente all’imprescindibile “difesa nonviolenta della patria”, concetto che ho imparato durante una delle numerose formazioni inserite nel percorso.
Presso l’ente dove sto svolgendo servizio mi occupo di supporto all’organizzazione e alla logistica delle residenze che le numerose compagnie teatrali, di diversa provenienza e forma, svolgono all’interno del teatro, seguite dal team dell’associazione che mi ha dato sempre l’occasione di entrare in contatto e in relazione con gli artisti, aldilà delle mansioni quotidiane. Durante i mesi autunnali ho partecipato all’organizzazione del Cantiere Poetico per Santarcangelo: un festival di poesia e teatro, occupandomi delle prenotazioni e della biglietteria dei numerosi eventi in programma. Dall’inizio, inoltre, mi sto occupando di collaborare all’amministrazione e alla creazione di contenuti per un progetto europeo in cui il teatro è partner, partecipando anche ad alcuni meeting organizzativi, in presenza ed online, in lingua inglese, che mi hanno molto stimolato.
Ogni giorno collaboro e dialogo con il team dell’associazione e mi interfaccio con coloro che si relazionano ad essa (operatori, artisti, spettatori, partner) nel cercare di aiutare a risolvere problemi di varia natura (burocratica, logistica…) e rendendomi conto delle varie sfaccettature e complessità del lavoro in campo culturale, che richiede molta flessibilità e creatività.
È proprio nelle relazioni che si sono create in ufficio, in teatro e durante le formazioni che ho scoperto con soddisfazione il valore di questa esperienza. In tutti questi mesi, infatti, ho avuto il piacere di conoscere e passare del tempo con gli altri volontari e volontarie in servizio, scoprendomi vicino a molti e molte di loro, incline nello stesso desiderio di trovare la propria strada attraverso un’esperienza come questa, nonostante e oltre le differenze.
Le persone incontrate e le relazioni tessute mi hanno fatto sentire parte di una generazione che ha voglia di non stare a guardare, di agire per cambiare in meglio la società, uscendo dalle solite traiettorie.