Home
Racconti
Il mio Servizio Civile

Il mio Servizio Civile

Otto mesi fa ho iniziato il mio anno di servizio civile al centro antiviolenza contro le donne Rompi il Silenzio di Rimini.
Al primo colloquio sono entrata in un semplice ufficio in cui, dallo scorso maggio, passo cinque pomeriggi a settimana e che è diventato, giorno dopo giorno, un posto familiare per me.
Mi sono resa conto, poi, che non era proprio un ufficio come quelli che ci si aspetta.

Mi sono trovata in un luogo dove ogni giorno si è attraversati da un turbine di eventi inaspettati e di emozioni che vanno dall’estrema frustrazione e rabbia nell’acquistare consapevolezza di quello che una donna in questa società può subire, alla soddisfazione e gioia più grandi nel vedere una persona riacquistare la propria autonomia e, soprattutto, la propria libertà dopo tanta ingiustizia e sofferenza.
Mi sono trovata al fianco di persone che lavorano ogni giorno con instancabile impegno perché una rete di protezione e di supporto per le donne non venga mai meno fino al momento in cui non ce ne sarà più bisogno; ho visto la dedizione di donne guidate, nella loro missione quotidiana, da valori che anche io condivido.
Mi sono sentita nel posto giusto.

Decidere di intraprendere il servizio civile è una scelta finalizzata al supporto concreto della propria comunità; servire il proprio paese, d’altronde, non deve significare necessariamente imbracciare armi, che, anzi, è molto lontano da ciò di cui hanno effettivamente bisogno i propri concittadini. Ma il servizio è anche crescita personale e relazionale, è un esercizio di empatia e una prova di apertura mentale continua.

Quindi perché scegliere il servizio civile?
Io credo che sia un’opportunità di formazione concreta per giovanə ragazzə in un paese che a volte si dimentica di noi, un’esperienza che non solo permette di accrescere le proprie competenze e di affinare le proprie attitudini in un contesto di relazioni umane, ma che può essere una fonte di sicurezza e, soprattutto, di soddisfazione per persone che vivono gli anni confusi e fragili dell’ingresso nella vita adulta.