Home
Racconti
Il 21 marzo non è solo il primo giorno di primavera.

Il 21 marzo non è solo il primo giorno di primavera.

Per me da qualche anno, e da molti di più (precisamente dal 1996) per chi come me condivide i valori di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, è uno dei giorni più importanti dell’anno: la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle Vittime Innocenti delle mafie.

Perché?

«La legalità – ha detto Don Ciotti quel giorno in diretta streaming da Locri – non può essere un insieme di principi sacrosanti, ma astratti, ma un ponte tra la responsabilità e la coscienza di essere persona sociale ed il ruolo attivo e positivo che giochiamo nella nostra comunità. Sull’assenza di progetti e proposte concrete e credibili rischiamo di rassegnarci alle mafie come un male inevitabile».

Così quest’anno abbiamo avuto l’onore (e l’onere) di poter giocare un ruolo tanto positivo e assolutamente tanto attivo portando il “21 Marzo” nella nostra città, a Rimini.

Ci scherzavamo l’anno scorso, al ritorno da Reggio Emilia, parafrasando lo slogan “Ponti di memoria, luoghi di impegno” in “Ponti di Tiberio, luoghi di memoria” e invece nei mesi successivi tutto ha iniziato a concretizzarsi sempre più.

L’eccitazione, la preoccupazione, l’organizzazione, l’ambizione di coinvolgere la cittadinanza (e provincia) non solo in quella giornata ma anche nei “100 passi verso…”, i coordinamenti al grattacielo, il “Viaggio legale della Mehari”, i pranzi, le cene, il concerto, la gratificazione, gli sponsor, la conferenza stampa, gli inviti, l’emozione di essere coinvolti in qualcosa di veramente grande, la speranza che tutto vada per il meglio e poi…

Ore 9. la partenza di 7mila persone da Piazzale Fellini.

“Luoghi di speranza, testimoni di bellezza” recita lo striscione in testa al corteo, affidato a Margherita Asta, Filippo Palmeri, Gabriella Corsaro e Anna Castaldi, parenti di vittime innocenti, seguiti da Libera, Istituzioni, studenti di ogni ordine e grado, volontari in Servizio Civile, associazioni e singoli cittadini provenienti da tutta la regione!

Un flusso interminabile di persone con la volontà di gridare, cantare o anche solo testimoniare con grandi e colorati striscioni il proprio NO! alla mafia. E, perché no, testimoniando pure la bellezza di Rimini, dal mare alla città: il Grand Hotel, il Tempio Malatestiano, il grande sole in Piazza Tre Martiri che forse non è stato così semplice intravedere sotto sette mila paia di scarpe, l’Arco d’Augusto alle spalle percorrendo il Corso, Piazza Cavour. La speranza in una consapevolezza cittadina che la mafia nel nostro territorio c’è ma che insieme vogliamo combatterla.

Ore 11. Il corteo arriva ai piedi della scalinata di Palazzo Garampi.

Siamo a metà del programma. La sfilata per le vie della città purtroppo me la sono persa, essendo impegnata nella parte logistica dell’evento con il mio pass “staff” al collo. È stata però un’emozione unica trovare qualche minuto per salire nel palazzo di una mia collega ad ammirare da una finestra che affaccia sul Corso la moltitudine di persone e bandiere, prima di tornare nel caos di Piazza Cavour.

I saluti di apertura, il discorso del Sindaco, i ringraziamenti a tutti coloro senza i quali quella giornata non sarebbe stata possibile, la lettura dei nomi.

Funziona sempre così, il “21 Marzo” è nato per questo. Leggere, ricordare e conoscere i nomi delle quasi mille persone, dal 1893 ad oggi, che hanno perso la vita a causa delle mafie e “tutte le vittime innocenti delle quali non abbiamo ancora notizie”, conclude la lunga lista.

Ad un certo punto arriva il mio turno, foglio alla mano salgo sulla scalinata, è un momento importante, sono orgogliosa di rappresentare tutte le cose belle della mia vita: Libera, l’Arci, il Servizio Civile, l’Agesci, la mia città, mi ripeto di scandire bene le lettere e di guardare il pubblico ma non è facile trattenere del tutto l’emozione quando ti capitano nomi come Don Pino Puglisi, alla fine tutto va bene, scendo, mi prendo un attimo di pausa per realizzare ed elaborare ciò che sto vivendo (la più grande, e prima, manifestazione antimafia della Romagna non è una cosa da poco eh) poi torno agli oneri che l’avere un pass “staff” comporta.

Ore 12. In perfetto orario e senza aver lasciato nulla indietro nel programma, il maxi schermo posizionato sulla scalinata si collega con la Piazza di Locri: parte il discorso conclusivo di Don Luigi Ciotti.

La fine. La piazza si svuota, gli studenti tornano a scuola, chi è venuto da lontano si avvia alla ricerca del proprio pullman o di un treno… ma non è mai veramente la fine finché c’è qualcuno che rimane a ballare sulle note dei Modena City Rambles!

O, per lo meno, finché l’appetito non prende il sopravvento e il tempo per il pranzo, prima dell’incontro pomeridiano, si riduce sempre più.

Un paio di pizzette al volo e via.

Ore 14. Le Politiche giovanili di Libera.

Non è facile organizzare un momento di incontro con i giovani provenienti da tutti i vari coordinamenti e presidi della Regione ma ci si prova. Non ci vediamo da settembre però le occasioni di stringere legami tra di noi ci sono state, è ora di pensare a cosa vogliamo fare: analizziamo i bisogni dell’Associazione, brainstorming,  ci dividiamo in gruppi tematici, parliamo, discutiamo, ci facciamo venire idee, ipotizziamo, progettiamo.

Il prossimo passo sarà non far rimanere astratti quei principi in cui fermamente crediamo!

Perché, citando il Giudice Livatino, non ci sarà chiesto se siamo stati credenti ma credibili.

Quale miglior modo per essere credibili se non facendo? Io ci provo ogni giorno. E voi?