Un passo indeciso, il suo, proprio dove a me non sembra che ci sia nulla da decidere. Per me gesto meccanico e inconsapevole, spasmo involontario, per lui gesto creatore di un mondo ogni volta nuovo che dispiegandosi instilla tensione e stupore.
Disorientamento.
Laddove io vedo lampanti davanti a me i segnali di un percorso obbligato, lui ha davanti a sé un’intera cartografia ogni volta da reinterpretare, dove ogni scorciatoia è scoperta, non semplicemente trovata. Proprio dove non vedo altra possibilità che constatare una necessaria relazione di causa-effetto, lui si fa indigatore di una causa ultima, talvolta anche ricorrendo a un al di là, provvidenza o malocchio. Attento ad ogni possibile agguato e mai sprovveduto di fronte alle insidie del mio procede spavaldo, avanza con lentezza. Lento ma mai scomposto, perché sì, questa è un’operazione che necessita di una certa posa fisica e statura morale.
Click.
A ogni click il tempo si ferma. Mi ritrovo in una dimensione parallela in cui automatismo e riflessione si intercettano. Faccio allora mente locale e capisco dove sono: sono nel luogo in cui due generazioni siedono fianco a fianco di fronte allo schermo di un computer.
Giulia