Tancredi è un gufo molto particolare. Un gufo di biblioteca oserei dire, essendo nato e cresciuto nel Centro Culturale Polivalente di Cattolica…
Sempre che un gufo di resina possa considerarsi “cresciuto”, almeno.
In realtà, quando ha iniziato a prendere posto sulla mia scrivania avevo già iniziato il mio anno di servizio civile da diversi mesi, e già contavo il tempo rimastomi fino a quel fatidico 13 settembre.
In quei mesi precedenti si è perso tanti avvenimenti, tante situazioni, tante pause alla macchinetta del caffè.
Non mi ha mai visto nelle vesti di un ragazzo un po’ spaesato gettato dietro al banco della biblioteca nel bel mezzo di un anno di servizio civile in itinere, a sostituzione di una ragazza che, per mia fortuna, non ha avuto modo di continuare quest’esperienza.
Non mi ha mai visto porre più e più volte le stesse domande alle colleghe di ruolo, non mi ha visto commettere i primi, ingenui errori e pian piano accumulare l’esperienza necessaria a svolgere i miei compiti senza bisogno di assistenza.
Non mi ha visto creare da zero una tombola di Natale per i bambini, non mi ha sentito scambiare battute con le colleghe sui personaggi più bizzarri che affollano la biblioteca, non mi ha nemmeno visto impugnare saldamente uno spray insetticida pronto a tramortire uno scarafaggio rinvenuto in uno scatolone pieno di vecchi libri da scartare.
Non mi ha visto vivere molte di quelle piccole esperienze che han reso quest’anno di servizio civile qualcosa in più del semplice prestare libri, ma qualcosa di estremamente umano, nel bene e nel male .
Non ha visto tutto questo, ma riesce a vedere me ora, ciò che tutte queste esperienze mi hanno portato a diventare. Mi vede mentre organizzo vetrine, gestisco utenti problematici, propongo nuove idee e contribuisco alle iniziative già avviate.
Tutto sommato forse l’esperienza del servizio civile andrebbe vista come un viaggio, un’avventura spesso piena di difficoltà inattese e forse persino un po’ fastidiose, come i continui spostamenti per frequentare i corsi tenuti in tutto il territorio o anche il semplice rapportarsi con personalità spesso problematiche intrinseco nel lavoro al pubblico, ma pur sempre estremamente formativo per la propria persona, in grado di farci toccare con mano un mondo che magari reputavamo completamente diverso.
Un viaggio di cui Tancredi sta vedendo solo la tappa finale, assistendo al risultato di questo viaggio senza però conoscerne il percorso; e forse chissà, quando arriverà il fantomatico 13 Settembre si chiederà il perché dei tanti saluti, ed il giorno seguente si chiederà come mai non mi siederò su quella scrivania.
E forse, chissà, condivideremo quella stessa nostalgia.
Samuele Santoni
In servizio presso il Centro Culturale Polivalente di Cattolica (RN)