Giovedì 14 giugno abbiamo partecipato alla giornata formativa La memoria come strumento di educazione alla Pace promossa da Arci Servizio Civile Emilia-Romagna e Toscana, con il sostegno di Arci Servizio Civile Nazionale.
Una giornata fresca e piovosa, iniziata molto presto. Partenza da Rimini prima delle 7, arrivo a Cesena alle 7.30, dove ci aspettano altri volontari e colleghi. Si parte in direzione Marzabotto e la pioggia ci accompagna fino all’arrivo.
Caffè, chiacchiere e alle 10.30 siamo raggiunti dalle altre delegazioni di Arci Servizio Civile alla Casa della Cultura e della Memoria e la giornata prende avvio con i saluti di Manuel di Anpi – sezione di Marzabotto, della vicesindaco del Comune di Marzabotto, di un rappresentante di Radio Frequenza Appennino e di Ferruccio Laffi, testimone dell’eccidio di Marzabotto.
Nonostante la reticenza iniziale a parlare e la commozione che ha accompagnato tutto l’intervento, Laffi ci ha raccontato con poche parole la sua storia – «Mi sono trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Avevo una famiglia grande, torno a casa e non trovo più nessuno e devo seppellire i morti […] Ho avuto una vita disgraziata ma ho sempre desiderato vivere» – e ci ha fatto dono di alcuni moniti significativi, in particolare in questo momento storicopolitico: «Ricordate che la libertà è una dote che bisogna saper difendere, se si perde la libertà salta fuori qualcuno che se ne approfitta, bisogna stare attenti […] Difendete la pace e la libertà, sono due cose che quando ce le hai i problemi si risolvono. Se perdi la libertà salta fuori qualche ragazzino che dice, promette… io non gli darei nemmeno un condominio da amministrare, e invece governano il Paese».
Nel pomeriggio siamo partiti verso Montesole, accompagnati dal sole che finalmente faceva la sua comparsa nel cielo. La vera protagonista della giornata è stata però la memoria, il cercare di ripercorrere quei tragici momenti che le rovine e i racconti delle guide del parco ci suggerivano.
La varietà dei livelli di lettura, dalla cronaca al resoconto storico, sono stati interessanti ma certamente sarebbe stato ancora più evocativo e arricchente la lettura delle testimonianze di chi quei terribili giorni ha vissuto sulla propria pelle.
Le visite guidate al Sacrario ai Caduti di Marzabotto e al Percorso del Memoriale sono state intense, ascoltare i volontari del progetto “La memoria come strumento di educazione alla pace” raccontare le loro ricerche è stato interessante ma le parole di Ferruccio Laffi hanno rappresentato il momento più carico della giornata, e quello che più ci va di ricordare.
Durante la giornata ne abbiamo parlato più volte. Oltre all’importanza della memoria, le sue parole hanno trasmesso saggezza e speranza. Nonostante un’esistenza “segnata”, non prova odio ma continua a “urlare” in modo pacifico i valori in cui ha creduto durante tutta la sua esistenza.
Una giornata di condivisione e riflessione insomma, che soprattutto i giovani come noi dovrebbero vivere per capire che è bello e importante avere qualcosa e qualcuno per cui valga la pena lottare.