Ciao a tutti, mi chiamo Diana, ho 23 anni e sto concludendo la laurea magistrale in Economia e Commercio. Ho iniziato il Servizio Civile Universale a giugno 2021 per cui a distanza di 6 mesi è ora di fare un bilancio. Innanzitutto ciò che mi ha spinto a candidarmi è stato il fatto di considerare il Servizio Civile un’importante occasione di formazione e orientamento, nonché di crescita personale e professionale. La mia scelta è ricaduta sul progetto “Università: studiare, vivere, lavorare – Anno 2” perché lo consideravo coerente con il mio percorso di studi e strategico nell’ottica di un futuro lavoro. In particolare, far parte dei servizi didattici del Campus di Rimini significa essere partecipi della gestione quotidiana e del coordinamento delle attività nell’ambito tecnico-amministrativo a supporto dei corsi di studio nazionali e internazionali.
Se da un lato ho visto un’immediata utilità da un punto di vista di competenze che avrei potuto acquisire, dall’altro condividevo appieno gli obiettivi ultimi del progetto da una prospettiva di crescita umana che attribuisco al Servizio Civile: sostenere l’integrazione e la valorizzazione della vita dello studente universitario, tenendo conto del contesto territoriale e della realtà dell’Università di Rimini.
In effetti, qui all’università quello che faccio è proprio un giusto equilibrio tra mansioni prettamente amministrative e attività di diretta interazione con gli studenti, che mi permettono di migliorare giorno dopo giorno come persona. Tra queste la partecipazione a iniziative di orientamento, l’essere di supporto a studenti internazionali spiegando loro come fare il codice fiscale o come giostrarsi tra i diversi tipi di caffè al bar, relazionarmi con gli ex-studenti per raccogliere testimonianze utili per quelli che si devono ancora iscrivere (un po’ come i racconti su questo sito per i futuri volontari), l’essere di supporto ai docenti in aula e partecipare ad eventi di vario genere come La Notte Europea dei Ricercatori e il Campus Vibes.
Ad oggi il Servizio Civile, e in particolare l’interfacciarmi con studenti di diverse nazionalità e culture, mi ha già dato una grande lezione, ovvero non dare nulla per scontato ed essere più neutrali possibile nel giudizio immediato che involontariamente si può avere di una persona, perché non sappiamo mai fino in fondo chi abbiamo davanti. Immedesimarsi negli altri e capirne le esigenze, calibrando i toni e usando le giuste parole, spesso può fare la differenza. Essere contemporaneamente studentessa e “dietro le quinte” mi permette di comprendere certe situazioni e dinamiche con uno sguardo d’insieme.
Mi occupo anche della comunicazione sui social di informazioni di Ateneo a cui sto cercando di alternare post che promuovano iniziative di vario genere a Rimini e rubriche con lo scopo di far riconoscere gli studenti nei contenuti pubblicati. A questo scopo, insieme a Benedetta, facciamo un po’ le influencer/turiste scattando foto in giro per il Campus e il centro storico, per poter condividere e far scoprire, soprattutto agli studenti internazionali o semplicemente fuori sede, le varie sfumature di Rimini. Pur essendo cresciuta qui, ho imparato anche io qualcosa di nuovo. Ad esempio: lo sapete che parlare mentre si sta passando sotto all’Arco di Augusto porta sfortuna? Questa attività di riscoperta di Rimini tra foto e l’essere sempre aggiornata sulle varie iniziative, insieme alla squadra di formatori che mi ha dato l’occasione di sentirmi identificata in un gruppo, ha innescato in me un attaccamento ancora più viscerale alla mia città.
Se volete vivere un’esperienza totalizzante, mettervi in gioco, conoscere nuove persone e avere tempo da dedicare ad un progetto con impegno, il Servizio Civile fa proprio per voi. Io ho scelto questo progetto, perché ho sempre considerato l’Università come riferimento all’interno della comunità riminese, un contesto dinamico che si sta gradualmente ripopolando di studenti nonostante la didattica mista. Mi rivedo nei valori che promuove e volevo restituire qualcosa di quello che mi è stato dato durante il mio percorso triennale. Inoltre avevo come aspettativa quella di trovare un ambiente pronto ad accogliermi e valorizzarmi in quanto quotidianamente a contatto con giovani. Ed effettivamente così è stato: sin dal primo giorno ho avuto modo di essere proattiva e proporre idee.
Quindi, per concludere, scegliete un progetto che vi rispecchi e dove pensate di dare un valore aggiunto. Come ultimo consiglio che mi sento di dare, durante il colloquio siate spontanei e dimostrate la vostra motivazione: non c’è nessun metodo speciale per essere selezionati! Non fatevi prendere dall’ansia come ho fatto io, cercando un metodo per fare buona impressione su ogni blog possibile, e non studiatevi la storia del Servizio Civile — a quello ci penseranno poi le formazioni, state tranquilli.