Mi chiamo Claudia, ho 22 anni e sto svolgendo il Servizio Civile presso il Comune di Sant’Agata Feltria.
Ho scelto di cominciare questa esperienza senza avere particolari motivazioni. Avevo smesso di andare all’università da qualche anno e, dopo un periodo di praticantato presso lo studio di un architetto, al momento dell’uscita del bando per il Servizio Civile, mi trovavo senza alcuna occupazione.
Così ho deciso di provare qualcosa di nuovo e completamente diverso da quello che avevo fatto fino a quel momento.
Non sapevo bene a cosa andavo incontro, conoscevo il titolo del progetto “Minori insieme 2017”, e quindi immaginavo di dover svolgere delle attività con i minori, ma non sapevo come sarebbe stato impostato nello specifico.
Una volta iniziato ho scoperto che la mansione principale che dovevo svolgere era quella di accompagnamento dei bambini sullo scuolabus.
Ero un po’ spaventata dal fatto di dover interagire e confrontarmi con i bambini; sono sempre stata la piccola di casa e non ho avuto molte occasioni per occupare una posizione di responsabilità verso chi era più piccolo di me, mi sentivo molto a disagio a dover fare questa cosa.
Nei primi tempi è prevalsa la sensazione di inadeguatezza, ma poi con il passare dei giorni sono stati gli stessi bambini che “temevo” a farmi sciogliere un po’.
Il loro modo di salutarmi ogni volta che mi vedono, il loro chiamarmi da lontano con quelle vocine innocenti, persino il loro litigare per sedersi accanto a me, mi hanno aiutato a superare quel disagio che provavo all’inizio.
Adesso non mi pesa più alzarmi presto la mattina per andare a prendere i bambini nelle frazioni più lontane del Comune e nemmeno lavorare un’ora al pomeriggio dopo pranzo per riportarli a casa.
Il viaggio pomeridiano lo faccio solo con i bimbi dell’asilo e sono proprio loro quelli che mi hanno fatto più bene.
Appena partiamo con il pulmino sono pieni di energie, spesso cantano le canzoncine che hanno imparato le mattine trascorse all’asilo. Quando ormai la metà dei bimbi è già a casa invece queste energie vanno piano piano a diminuire. Capita spesso che l’ultimo bimbo che riportiamo a casa si addormenti, così lo metto sulle mie ginocchia e lo tengo in braccio in modo che non sbatta la testa e non rischi di cadere dai seggiolini finché non arriviamo a casa sua. Anche questa è una delle cose che ho imparato con un po’ di tempo, le prime volte se dovevo prenderlo in braccio tendevo ad irrigidirmi un po’ e, soprattutto, speravo che non si addormentasse.
Adesso mi è tutto un po’ più naturale, riesco a cavarmela bene con i bambini e questo è un grande successo per me.
Tra i due viaggi circa 3 ore al giorno del mio servizio si svolgono in compagnia dei bambini il resto del tempo sono in comune a supporto dei vari uffici.
In Comune è sempre andato tutto abbastanza bene, me la cavo con i computer e imparo in fretta quindi posso dare una bella mano.
L’ambiente è più complicato di quello che si possa pensare da fuori. In parte lo conoscevo già perché mia madre lavora lì, ma esserci ogni giorno mi ha fatto capire che ormai non vale più la “regola” del posto privilegiato del dipendente comunale; c’è un gran da fare e se si ha un forte senso di responsabilità capita di portarsi inevitabilmente il lavoro a casa. C’è chi fa molte ore di straordinario, chi da casa in malattia lavora comunque per non lasciare indietro niente e poi c’è anche chi, fatto il compitino, non si preoccupa minimamente di scaricare un po’ gli altri che sono fin troppo carichi.
Non è sempre un ambiente tranquillo, ma il volontario in Servizio Civile è visto come una risorsa importante in quanto i dipendenti comunali sono sempre meno. Ho avuto la possibilità di lavorare in collaborazione con tutti gli uffici perché quando da una parte non c’è bisogno, sicuramente da un’altra sì.
Allora si diventa un po’ il jolly, sei utile e in certi momenti anche indispensabile e questo ti fa apprezzare quello che stai facendo.
Anche le ore di formazione, che all’inizio possono spaventare un po’, in realtà sono molto positive. Gli argomenti trattati possono risultare più o meno interessanti ma ciò che mano a mano diventa più forte è il gruppo. Comincia ad esserci complicità e i giorni di formazione diventano anche i giorni che ci fanno uscire dalla routine e che ci permettono di passare del tempo con gli altri ragazzi, di confrontarci e di condividere esperienze.
Il Servizio Civile mi sta aiutando ad acquistare sicurezza e comunque è un’esperienza che in qualche modo ti porta all’interno del mondo del lavoro in modo un po’ più soft. Bisogna cominciare a fare i conti dei giorni di ferie, sarebbe meglio dire di permesso (così li chiamiamo nel Servizio Civile) che non è così facile quando si è abituati semplicemente a stare a casa da scuola se si deve andare in vacanza e avere comunque tutta l’estate libera.
In conclusione il Servizio mi sta dando una grande opportunità di crescita personale e, nonostante non avessi grandi motivazioni e aspettative, sto apprezzando questo percorso sempre di più, giorno dopo giorno.
Claudia