«Sfatiamo dei miti: non c’entra niente con la chiesa, non è per forza un’esperienza nel sociale o di aiuto di tipo sanitario/assistenziale. Non devi essere uno scout né far parte di associazioni di volontariato. Puoi scegliere di fare il servizio civile per svariati enti ed ambiti (e lo sono davvero, ricordo ancora il male agli occhi venutomi nel passare in rassegna tutti i tipi di progetto presenti nel bando): infanzia, cultura, ambiente e territorio, istruzione, assistenza…» – Benedetta, volontaria presso Università di Bologna – Campus di Rimini
Del Servizio Civile non si parla mai abbastanza, se non nel periodo del bando, e di solito lo si fa dicendo che è “una scelta che cambia la vita, tua e degli altri”. Questa frase un po’ retorica non restituisce al meglio la ricchezza di questa esperienza, che rappresenta innanzitutto un modo per entrare in contatto con la comunità in cui si vive, con organizzazioni, persone e situazioni diverse, che possono essere di stimolo per aprirsi a nuove strade e a nuove prospettive. Francesco, operatore di Arci Servizio Civile Rimini aps ed ex volontario di Santarcangelo dei Teatri ritiene che il Servizio Civile sia «una grande opportunità per conoscere il tessuto sociale del proprio territorio, consente di scoprire l’offerta del Terzo Settore nel luogo in cui vivi e che magari conosci già in parte perché hai partecipato ad alcuni eventi culturali, sai di alcuni servizi e alcune associazioni che sono attivi ma entrare nel Servizio Civile ti fa capire che esiste una vera e propria rete di organizzazioni, di enti che operano sul territorio e si prendono cura di tanti aspetti della nostra vita che spesso diamo per scontati o ai quali non pensiamo. Quando l’ho fatto per me è stato molto utile anche in questo senso, ho scoperto realtà di cui prima non conoscevo nemmeno l’esistenza». E oltre a questo, consente di conoscere a fondo queste realtà, il settore in cui operano e il valore di quello che offrono alla comunità. Ne parla Giacomo in relazione alla sua esperienza ad Arcipelago Ragazzi: «È un’esperienza che consiglierei a tutti quelli che hanno voglia di mettersi in gioco e che sono curiosi di vedere come funziona in toto il mondo della cultura che si rivela davvero per quello che è: un mondo pieno di umanità e di differenze, dove tutti sono utili e nessuno necessario, un mondo dove ognuno è l’ingranaggio giusto nel momento giusto e dove il lavoro di gruppo, il dialogo e la collaborazione vengono prima di tutto».
Chi partecipa al Servizio Civile riconosce che questa sia prima di tutto un’esperienza arricchente dal punto di vista personale. Lo racconta Alice: «A Cittadinanza non c’è solo il lavoro, non c’è solo l’ufficio: ci sono i rapporti, l’umanità di chi sa ascoltare, comprendere, considerare ciascuna persona come parte di un mondo comune, ognuna titolare allo stesso modo di un’altra degli stessi diritti». Serena, in servizio presso la Casa Residenza Anziani di Verucchio, ha raccontato di quanto il Servizio Civile le abbia dato in termini di consapevolezza: «Andando alla casa di riposo mi sono scoperta nuova, diciamo che ho scoperto che posso essere responsabile ed è assurdo perché essere responsabili ci rende liberi, rispondiamo delle nostre azioni, paghiamo le conseguenze delle nostre parole e decisioni. Ho capito che la nostra testa e il nostro cuore ci possono dire cosa fare e questo fa di noi delle persone capaci di costruire il nostro destino, che è qualcosa di impressionante a 21 anni, se ci si pensa».
«Quello relazionale è un aspetto che non si mette mai abbastanza in evidenza, parlando di Servizio Civile, ma è fondamentale per il successo dell’esperienza», racconta Linda, progettista di Arci Servizio Civile Rimini ed ex volontaria in Associazione Arcobaleno. Per Manuela, referente di ASP Valloni Marecchia, «la presenza dei volontari nelle nostre strutture è insostituibile. Il Servizio Civile è la possibilità di vivere e condividere momenti che rimangono nel cuore e lì verranno custoditi per sempre. E potranno essere un raggio di sole in alcune giornate difficili. Ringrazio tutti i nostri volontari per la loro bellezza, il loro aiuto e disponibilità, ma soprattutto per la delicatezza ed il rispetto che hanno per le persone».
Il Servizio Civile, inoltre, è un’occasione formativa, sia teorica, sia sul campo, anche in situazioni complesse come quella attuale. «L’esperienza di quest’anno è stata molto stimolante ma anche molto complicata. Dai protocolli per il covid alle variabili che quotidianamente ci possono stare nei teatri. L’esperienza che sto facendo mi sta servendo per capire le molteplici dinamiche che una compagnia teatrale può avere e che ha quotidianamente in uno stato di emergenza precario e instabile», dice ancora Giacomo. Molti volontari riportano che grazie a questa esperienza hanno avuto l’opportunità di mettersi alla prova in ambiti che prima sembravano lontani e di entrare in contatto con alcune fasce di popolazione con cui non avevano mai avuto a che fare prima. Lo racconta Francesca, ex volontaria al Ceis: «Ho avuto a che fare con bimbi dai 3 ai 10 anni con i quali ho passato dei momenti che difficilmente scorderò, ho imparato e con loro sono cresciuta, cosa che non avrei mai pensato visto che io con i bambini non ci ho mai saputo fare. Ho imparato a portare pazienza, ad essere creativa, con i mille laboratori svolti con i bimbi e tutte le attività svoltesi durante l’anno scolastico e al centro estivo, e ad aprire di più la mente, proprio come fanno loro». «Il fatto di svolgere il mio servizio civile al Centro Del Bianco è stato totalmente improvvisato: avevo partecipato alla selezione per Riccione Teatro e non essendo stata selezionata ho deciso di riprovare qui. […] Il contatto con persone con disabilità che vivono dentro ad un centro residenziale è una fonte di emozioni e scoperte inesauribile, ogni persona ha un mondo dentro di sé e il vederle ogni giorno nelle loro attività quotidiane è molto significativo e lascia sicuramente il segno» riporta Francesca, ex volontaria di Formula Servizi alle Persone. Durante l’anno di Servizio Civile i giovani possono mettere in gioco tutto quello che hanno deciso di dare a questa esperienza: «Gli enti che accolgono i volontari e le volontarie sono innanzitutto interessati a valorizzare le loro competenze e le loro passioni. Negli anni abbiamo visto nascere tanti progetti dalla creatività dei volontari e delle volontarie. E questo è stato possibile sia grazie al loro impegno quotidiano, sia perché i nostri enti di accoglienza sono attenti ad ascoltare i giovani, a stimolarli nel proporre idee e ad accogliere le loro proposte» riferisce Chiara, responsabile della sede di Arci Servizio Civile Rimini. Lorenzo, volontario al Teatro della Regina di Cattolica, ha avuto l’occasione di portare nel Servizio Civile la sua passione per il disegno e per la grafica realizzando il manifesto per la stagione 2021-22 del Teatro. L’esperienza di Mario, in servizio al Campus di Rimini, ci racconta un’esperienza simile: «Appassionato di comunicazione e marketing, ho avuto l’onore e l’onere di curare la comunicazione del Campus di Rimini grazie al Servizio Civile. Un’esperienza che consiglio a tutti e che rifarei non una, non cento ma altre mille volte, sia per quanto mi ha dato dal punto di vista umano, facendomi conoscere ragazzi (colleghi e non) che come me vivono l’università a 360 gradi, che dal punto di vista tecnico-lavorativo, dandomi modo di esprimermi al meglio».
Non da meno, quindi, il Servizio Civile può essere anche un modo per costruire relazioni professionali. Questo non significa però paragonarlo a una politica per il lavoro: «Io, pur riconoscendo che il Servizio Civile sia stato il trampolino di lancio per il mio futuro lavorativo, non credo che l’esperienza debba essere intrapresa con questa finalità, si potrebbe rimanere estremamente delusi. Certamente può rappresentare un modo per aprirsi al mondo del lavoro, perché essere inseriti in un’organizzazione, collaborare e lavorare in gruppo e condividere obiettivi sono insegnamenti fondamentali per la crescita personale e professionale di una persona. Ma partecipare al Servizio Civile deve essere una scelta motivata davvero dalla volontà di dedicarsi al servizio di difesa non armata e nonviolenta della Patria e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana attraverso azioni per le comunità e per il territorio. Se dal Servizio Civile si vuole solo prendere, senza dare il proprio contributo nei termini in cui il Servizio Civile nasce, allora non sarà mai un’esperienza vissuta appieno. E attenzione anche a paragonare il Servizio Civile con un tirocinio o con il volontariato: qui l’approccio è completamente diverso». aggiunge Linda. Le parole di Alessandro, volontario di Rilego e Rileggo di Verucchio, chiariscono bene quali possano essere le conseguenze di un atteggiamento curioso e propositivo rispetto a questa scelta: «Non sapevo cosa aspettarmi, un’esperienza nuova spaventa abbastanza inizialmente. Ma col tempo mi sono ambientato ed ora sono piuttosto fiero di quello che è il mio ruolo nella biblioteca. […] Questa esperienza mi è stata anche d’aiuto per il mio percorso universitario. È stato infatti lavorando in biblioteca ed essendo costantemente circondato da libri che mi è venuta l’idea per la mia tesi di laurea».
Non è semplice raccontare in modo oggettivo il valore del Servizio Civile, né restituire al meglio la ricchezza di questo anno. Ogni volontario e ogni volontaria che vive questa esperienza lo fa decidendo in che modo entrare in questo processo di apprendimento, quanto mettere in gioco di sé, cosa e quanto portarsi a casa ogni giorno in termini relazionali, professionali e umani. E anche restituire il punto di vista degli enti di accoglienza non è semplice. Perché, come dice Asia, ex volontaria presso L’Arboreto, «per raccontare il Servizio Civile servirebbe un romanzo».