Arci Servizio Civile Pisa è una associazione di promozione sociale senza scopo di lucro che opera sul territorio provinciale favorendo la creazione di una rete territoriale di esperienze di servizio civile agendo e muovendosi con le medesime finalità di Arci Servizio Civile Nazionale di cui è sede locale.
Arci Servizio Civile Pisa è un’associazione di secondo livello iscritta dal 2007 al registro delle associazioni di promozione sociale. Nasce a livello nazionale come soggetto per la gestione della convenzione ARCI per obiettori di coscienza e dall’agosto 2004 è Ente accreditato di I classe per l’impiego di volontari in servizio civile. Soci fondatori di Arci Servizio Civile Pisa sono UISP, ARCI e Legambiente; conseguente ai fini statutari nazionali, anche ASC Pisa opera per Diffondere la cultura della cittadinanza attiva, della legalità, per una cultura della difesa non violenta della patria, per valorizzare la cultura della partecipazione e della responsabilità;inoltre come Arci Servizio Civile Pisa siamo convinti che esista una stretta interrelazione tra sottosviluppo, povertà e questioni ambientali da un lato ed azioni individuali, scelte collettive dall’altro e in accordo con l’idea di promozione dei valori della pace, della non violenza, e dell’educazione alla cittadinanza attiva sviluppa azioni tese a promuovere il concetto di cittadinanza globale come espressione dell’intenzionalità a produrre una trasformazione progressiva di valori, attitudini e comportamenti in modo che l’agire a livello locale sia conseguenza del pensare a livello globale.
Il target di riferimento sono i giovani fino a trenta anni; ASC Pisa crede che in generale i giovani che svolgono attività di volontariato siano una ricchezza per la società e rappresentino nuove energie per le associazioni stesse apportando nel contempo cambiamenti e ricevendone in cambio bagagli di esperienza in termini di formazione alla partecipazione attiva alla vita della comunità.
In questi anni molte sono state le attività e le tematiche promosse attraverso incontri con gli amministratori sui temi inerenti le politiche giovanili e di partecipazione; ha presentato la legge regionale toscana sulla partecipazione; ha ospitato nella sede incontri di formazione sulle competenze per l’accoglienza e l’ascolto; ha promosso iniziative insieme all’Associazione Libera sui temi della Legalità e della lotta alla mafia; ha sottoscritto un accordo con il Comune di Pisa per la realizzazione di un’esperienza pilota denominata “ PEBA: Progetto per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche”.
Tra i progetti sostenuti ha contribuito alla realizzazione del progetto “Fare Spazio ai giovani”, finanziato dalla Regione Toscana e dal Ministero della Gioventù, con l’attivazione di gruppi giovanili su vari tematiche quali musica, laboratori di informatica, sostegno scolastico, insegnamento delle lingue straniere, corsi di fumetto; in questo ambito sono state organizzate iniziative sulle tematiche ambientali, la questione delle energie, la gestione dei rifiuti, il circolo virtuoso riciclo-riuso, la problematica della diminuzione dei rifiuti alla fonte; sono stati trattati argomenti inerenti le problematiche di genere, e degli stereotipi, la sensibilizzazione relativamente agli squilibri Nord-Sud del mondo, le migrazioni, l’accoglienza e l’integrazione.
Proprio per la sua peculiarità di rivolgersi alla fascia giovane e promuovere le attività di volontariato, molti giovani, spesso universitari provenienti da varie parti d’Italia, si rivolgono ad Arci Servizio Civile Pisa per conoscere quali siano le opportunità che il terzo settore può offrire a tutti coloro che vogliano avere l’occasione di mettere a disposizione della società le proprie capacità e il proprio tempo libero promuovendo così la cittadinanza attiva una condizione permanente della vita dei giovani che diventano in qualche modo protagonisti e non più attori passivi della società in cui vivono.
Uno dei valori portanti di Arci Servizio Civile su tutto il territorio nazionale è la FORMAZIONE. Come Arci Servizio Civile Pisa abbiamo molto a cuore questo tema ed è per questo che oltre alla formazione ordinaria offerta dall’anno di servizio civile spesso offriamo ai volontari occasioni di formazione grazie alla collaborazione con altri enti e associazioni, inoltre crediamo molto nell’educazione peer to peer pertanto proponiamo spesso ai nostri stessi volontari di organizzare momenti di formazione su tematiche di cui sono padroni ma allo stesso tempo vorrebbero approfondire coinvolgendo altri giovani con i quali possano condividere le proprie capacità, esperienze e con cui possano avere un costruttivo confronto e scambio.
A questo proposito, a cavallo tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 sono state organizzate due giornate di formazione intitolate “Ogni giorno, everyday…cittadini attivi” durante le quali, attraverso un gioco da tavola, “CIVIKO” (rivisitazione in chiave non violenta del risiko costruita dai volontari stessi) e la visione del film “Everyday Rebellion” i ragazzi si sono potuti confrontare su tematiche quali la disobbedienza civile, non violenza e cittadinanza attiva.
Dal 2015, vista la situazione economica, sociale e lavorativa dei giovani, abbiamo deciso di occuparci dei NEET “Not (engaged) in Education, Employment or Training“, in italiano anche né-né ed è utilizzato in economia e in sociologia del lavoro per indicare individui che non sono impegnati nel ricevere un’istruzione o una formazione, non hanno un impiego, né sono impegnati in altre attività assimilabili, quali, ad esempio, tirocini o lavori domestici.
La scelta di lavorare su questo delicato tema è nata dal fatto che intercettare questa tipologia di giovani ed inserirli in un percorso di ri-orientamento al mondo del lavoro e/o della formazione, scolastica, universitaria e professionale potrebbe essere la soluzione ma purtroppo non ci sono politiche al momento che si occupano di tale risoluzione.
Tra le problematiche più evidenti relative al fenomeno NEET, vi è il fatto che la maggior parte dei giovani definiti, appunto, inattivi, sono relativamente invisibili rispetto ai servizi territoriali che non hanno solitamente strumenti specifici per intercettarli. La prima misura da adottare per ridurre i numeri di questo fenomeno è quindi elaborare strategie condivise per far emergere questi giovani dall’invisibilità e inattività attraverso l’impegno e le idee dei volontari in servizio attivo.