Introducendo il mio commento allo spettacolo E Johnny prese il fucile, sono sicura di parlare a nome di tutti dicendo che questa rappresentazione teatrale ha riscosso veramente molto successo ed è stata in grado di smuovere in maniera inaspettata i nostri sentimenti verso una tematica così importante come la non violenza.
La scelta della modalità di rappresentazione, che minimizzava le espressioni dei volti e il movimento sul palco lasciando pieno spazio ai suoni e alle voci degli attori, mi ha veramente sorpresa e ha reso il tutto ancora ed inaspettatamente più coinvolgente (oltre a sottolineare la bravura della compagnia in scena). Il tema della non violenza è stato affrontato mostrando al pubblico, in maniera anche molto realistica e a tratti cruda, quello che può essere, nel caso specifico di un soldato mutilato in guerra, il risultato delle azioni di violenza: mostrare agli spettatori tutti i pensieri del soldato Johnny, mentre si rende conto piano piano di cosa sia successo al suo corpo colpito da bombe ed armi da fuoco, permette di immedesimarsi completamente e porta lo spettatore a pensare alla quantità numerica di soldati che a seguito di queste azioni di violenza si ritrovano in queste condizioni o perdono la vita.
Inoltre la volontà di far immedesimare gli spettatori è risultata evidente anche su aspetti che potrebbero apparire secondari se paragonati alle conseguenze fisiche degli atti di violenza, come il distacco dalla famiglia e dai propri affetti (nel caso specifico, la distruzione di un sogno d’amore).
Per concludere, credo che questa rappresentazione abbia raggiunto in maniera brillante il suo scopo, ovvero quello di far comprendere dove effettivamente risieda l’importanza di battersi per la non violenza e quanto sia più importante la Vita rispetto agli interessi politici ed economici del momento.
Sicuramente è un’esperienza formativa molto interessante per chi svolge Servizio Civile Nazionale, proprio per comprendere a pieno l’importanza di ciò che si sta facendo, ovvero difendere la propria nazione, ma con mezzi non violenti e facendo qualcosa di importante per la propria società .
Spero che possa ripetersi anche con i ragazzi che verranno dopo di noi.
Giulia