La più giovane responsabile di una sala operativa di emergenza al Salone dello Studente di Torino
Lunedì 24 ottobre, presso gli spazi del Pala Alpitour, si sono aperti i lavori della quinta edizione del Salone dello Studente di Torino, la manifestazione organizzata da Class Editori e dedicata all’orientamento accademico e professionale dei giovani.
In tale occasione, durante il Teacher’s Corner di ieri mattina, docenti, studenti e volontari in Servizio Civile (fra cui i volontari di Arci Servizio Civile) hanno avuto la possibilità di incontrare la Dott. ssa Titti Postiglione, la più giovane responsabile di una sala operativa di emergenza in Europa sino al luglio di quest’anno, quando ha lasciato l’Ufficio Emergenze della Protezione Civile per accettare l’incarico presso il Servizio Comunicazione del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale.
«Passione, impegno ed empatia costituiscono gli ingredienti necessari per raggiungere i propri obiettivi», ha esordito Titti Postiglione commentando il proprio percorso professionale: laureata in scienze geologiche all’Università Federico II di Napoli, ha conseguito, nel 1988, un dottorato di ricerca in geofisica e vulcanologia, approdando nel 2002 alla Protezione Civile come rappresentante nell’ambito del programma europeo per lo scambio di esperti in materia di coordinamento e gestione delle emergenze.
«La protezione civile costituisce ancora un problema culturale: è considerata un diritto ma non un dovere del cittadino. Chi, fra di voi, è informato sui programmi di emergenza del proprio comune? O ha verificato lo stato antisismico della propria abitazione?». A rendere ulteriormente complesso questo lavoro, segnala Titti Postiglione, è la convergenza di due fattori: da un lato, il «valore esposto dei territori», ossia la particolare conformazione dei differenti territori italiani, richiede precise scelte politiche in termini di investimenti, spesso disattese. Dall’altro lato, è necessario considerare la «vulnerabilità» dei territori: un terremoto che colpisce una comunità costituita prevalentemente da persone anziane è un evento con un impatto maggiore sulla società, «anche il tipo di intervento dovrà essere differente. Queste persone avranno più difficoltà a lasciare le proprie abitazioni e il proprio paese durante i lavori di ricostruzione. È una vera e propria emergenza sociale».
Una buona risposta a tale emergenza, secondo Titti Postiglione, potrebbe venire proprio dal Servizio Civile: «la percentuale di progetti attivati nell’ambito della protezione civile e ambientale è ancora molto basso, c’è disattenzione in questo senso». Più ragazzi impegnati nella difesa del bene comune e nella gestione della vulnerabilità.
Il richiamo al Servizio Civile acquista, nell’intervento di Titti Postiglione, un significato ulteriore: «qualunque lavoro perde di significato se pensate di iniziarlo e finirlo da soli». L’accento è costantemente posto sulla capacità di lavorare in gruppo, di sentirsi parte integrante di una squadra e sul senso di profonda umanità che deve guidare ogni azione: le cosiddette soft skills che proprio l’esperienza del servizio civile consente di apprendere.