I media ne hanno contati 10 mila. E pensarci a posteriori, dopo gli eventi sia cittadini che nazionali delle ultime settimane, fa ancora più effetto. Tanti genovesi sono scesi in piazza il 25 Aprile e per ognuno di noi, lo si vedeva dai volti, non si trattava di una semplice passerella.
Certi periodi storici hanno una memoria cortissima, ignorano ciò che li ha preceduti e vivono nella più totale indifferenza. E una società che dimentica il passato è condannata a ripeterlo, come ha detto Giovanni Maria Flick nell’orazione conclusiva alla manifestazione. Avere memoria significa innanzitutto impegno contro chi intende ridimensionare il valore e i principi sanciti dalla Resistenza e dalla Costituzione: non solo condanna e lotta al negazionismo e al nazi-fascismo, ma anche difesa delle libertà civili e politiche dell’individuo, mai conquistate una volta per tutte, contro le discriminazioni razziali e di genere.
Il corteo si è raccolto in Piazza della Vittoria, vicino a quel monumento in ricordo alla Grande Guerra che è forse il simbolo fascista più noto in città. Reso omaggio alle targhe intitolate ai genovesi caduti nella Liberazione poste sotto il Ponte Monumentale in via XX Settembre, le celebrazioni sono proseguite in Piazza Matteotti con gli interventi delle autorità cittadine e di Giovanni Flick, ex Ministro e Presidente della Corte Costituzionale.
Le sue parole tutt’altro che scontate hanno sottolineato il ruolo della popolazione genovese nella lotta al fascismo e all’occupazione tedesca. Egli inoltre si è soffermato sui drammi che affliggono ancora oggi l’umanità, come le stragi nel Mediterraneo. Resistenza e Costituzione rappresentano punti di svolta per la storia nazionale, di contro all’adozione delle leggi razziali e alla mancata presa di responsabilità da parte delle autorità in seguito all’8 Settembre 1943. Ancora oggi, tuttavia, la concreta realizzazione dei principi sanciti dalla Costituzione è messa in discussione da episodi di discriminazione e violenza.
La giornata del 25 Aprile, oltre a ricordarci il valore del sacrificio di chi ci ha preceduto, invita noi tutti all’impegno quotidiano contro ogni forma di coercizione e di oppressione.
I volontari Michela e Davide