Il quartiere di Genova Sampierdarena è compreso tra l’area portuale, il centro città e, l’ormai tristemente noto, Ponte Morandi. Tra ‘800 e ‘900 Sampierdarena rappresentava il cuore industriale della città e, durante la seconda Guerra mondiale, uno dei quartieri più attivi nella Resistenza.
Tra queste strade sono nati e hanno combattuto Buranello, Pieragostini, Avio, Spataro, Iursè, Pensa, Rocco Giuseppe, Germano Jori e molti altri. E sempre questa zona della città ha conosciuto, nel giugno 1944, il rastrellamento di 1.488 operai deportati a Mathausen. Un’azione che aveva lo scopo sia di contrastare la lotta partigiana, manifestata anche attraverso gli scioperi degli operai, che la deportazione di manodopera.
Anche quest’anno, in ricordo dell’impegno partigiano di Sampierdarena, sono avvenute diverse manifestazioni, che hanno visto la deposizione di corone in onore ai caduti. Abbiamo quindi accompagnato una scolaresca e i rappresentanti locali delle associazioni partigiane attraverso il quartiere alla scoperta delle case natali di Giacomo Buranello e Raffaele Pieragostini. Attraversando la centralissima via Carlo Rolando, abbiamo poi deposto le corone in ricordo di Rocco Giuseppe, Giuseppe Malinverni, Romolo Pensa ed Ermirio Jori Germano.
Vedere giovanissimi ascoltare in rispettoso silenzio le parole di memoria rivolte ai caduti e cantare “Bella Ciao” per le strade del quartiere, sventolando la bandiera italiana, ha commosso sia noi volontari che i passanti.
Negli ultimi decenni Sampierdarena ha subito forti cambiamenti. Le sfide di oggi riguardano la riqualificazione del tessuto economico, la costruzione di una società sempre più multietnica e la risoluzione dei disagi dovuti al crollo del Morandi. La storia di Sampierdarena è lì, tra le vie e gli edifici che vediamo quotidianamente. Se volgessimo più spesso lo sguardo a quelle targhe, potremmo comprendere quanto il messaggio di quel passato abbia valore per il presente.
I volontari Davide e Michela