L’AGOSTO DI ARCI SERVIZIO CIVILE FVG APS
Il mese di agosto è stato sempre in po’ particolare per Arci Servizio Civile in Friuli Venezia Giulia, in quanto la maggior parte delle sedi operative restano chiuse per le meritate ferie mentre la nostra rimane sempre aperta per coordinare le attività degli operatori volontari, sia del servizio civile solidale che del servizio civile universale, che hanno proseguito le loro azioni, come testimoniano le foto. Non ci siamo fermati anche per programmare e calendarizzare le prossime iniziative e aggiornare alcuni aspetti organizzativi interni per arrivare pronti a ricominciare con rinnovato entusiasmo. In particolare ci attendiamo di portare a termine i tre progetti sul Terzo Settore finanziati dalla Regione Friuli Venezia Giulia in stretta collaborazione con la rete associativa che nel corso degli ultimi mesi è stata parte attiva di tutte le iniziative programmate. Siamo comunque convinti che le nostre competenze permetteranno di valorizzare il lavoro progettuale messo in campo da un numero considerevole di associazioni, aziende, enti e amministrazioni coinvolti e che vogliamo ricordare: 29 partner (24 APS e 5 OdV), 35 collaborazioni e 4 amministrazioni comunali. Una Grande Famiglia che ha avuto la capacità di sperimentare opportunità importanti per accrescere e sviluppare una conoscenza quanto più ampia, aggiornata e complessa dei problemi dei territori nei quali interveniamo, e poter progettare strategie di lavoro e di intervento efficaci sia nella risposta ai bisogni più specifici, che nell’agire sulla rimozione di alcune delle cause e dei fattori che generano questi bisogni. Nelle Contamin-azioni di questo mese troverete alcuni report di iniziative tenutesi in agosto e informazioni su altre che si terranno a settembre promosse dalla nostra rete associativa. Settembre sarà anche il mese in cui saluteremo i giovani del Bando 2020 del Servizio Civile Solidale, e lo faremo come di consueto alla fattoria didattica Asino Berto a Ceroglie, per lasciare il posto ad altri 29 coetanei. |
IL SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE NON È UNA POLITICA DEL LAVORO
Si è tenuta recentemente la Consulta nazionale del Servizio Civile Universale (SCU) ed è emersa la priorità della Ministra Fabiana Dadone, a pochi mesi dal suo insediamento, di riformare il servizio civile in chiave moderna: investire per l’occupabilità dei giovani! La Cnesc(Conferenza nazionale enti di servizio civile) alla quale aderisce anche Arci Servizio Civile ha subito lanciato l’allarme su quella che viene definita la “controriforma” del sistema del SCU. “La riforma del 2016 del precedente Servizio Civile Nazionale, che ha istituito il Servizio Civile Universale, – ricorda Palazzini (Presidente della Consulta e di Arci Servizio Civile) – ha stabilito due finalità: il concorso alla difesa della Patria con modalità civili e la promozione dei valori fondanti della Costituzione. Finalità attuate durante la pandemia dal sistema del Scu (Dipartimento, enti, operatori volontari) registrando la piena adesione dei giovani alle finalità del servizio civile. Durante la primavera del 2020 in tanti hanno richiamato la funzione formativa di questo istituto e di supporto al Paese e alle persone più fragili in un momento di emergenza”. La Programmazione Triennale 2020-2022 inoltre “ha incardinato gli obiettivi dei programmi e progetti di Servizio Civile Universale nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, mentre con gli ambiti di azione dei Piani Annuali sono declinate le attività concrete a vantaggio delle comunità e del Paese”, aggiunge Palazzini, che poi ricorda come “alle organizzazioni iscritte all’Albo del Scu vengano richiesti programmi operativi per contribuire a raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030, nei quali è presente anche la formazione dei giovani”. Nonostante questo per Palazzini “sulla base dell’indirizzo politico della Ministra Dadone, la ricchezza e pluralità di risultati del Scu viene impoverita, e sul piano politico viene di fatto riformata una legge senza che ci siano interventi parlamentari”. “Se a questo si aggiunge che con le Regioni e Province Autonome i tempi del loro coinvolgimento diventano vaghi, con gli enti accreditati, il Terzo Settore e gli Enti Locali si dialoga tramite posta elettronica e con i giovani con piattaforme digitali, tempi lunghi per il nuovo direttore dell’Ufficio Servizio Civile, le stesse potenzialità di allargamento e consolidamento dei rapporti con altre Amministrazioni, di innovazione con il servizio civile in ambito digitale assieme ad un contingente ordinario di circa 54.000 posizioni nel 2021 sono depotenziate, in una fase in cui il contributo del Servizio Civile Universale alla attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è ben più ampio che quello per le sole politiche attive del lavoro”, ancora Palazzini. Sullo sfondo anche il nodo di quali competenze valorizzare, obiettivo sul quale la Cnesc ha avanzato una proposta specifica di metodologia di lavoro. “Certamente – conclude il Presidente della Cnesc – è condivisibile la preoccupazione della Ministra rispetto al tema occupazione e giovani, così come la necessità di valorizzare un’esperienza che ha sicuramente un impatto sui giovani in termini di acquisizione di competenze trasversali e di orientamento anche lavorativo. Ma orientare in chiave moderna il servizio civile, oggi, per la Cnesc significa essere contemporanei alle emergenze e ai conflitti che interessano i territori, il nostro Paese e in generale la comunità internazionale e promuovere l’inclusione, i diritti umani, tutelare il bene comune e l’ambiente. Come potremo essere contemporanei alla storia se non sapremo intercettare il desiderio dei giovani di essere protagonisti di un cambiamento volto a rendere le nostre comunità migliori, più coese, più resilienti, più pacifiche?”. fonte: Redattore Sociale |
27 AGOSTO
FORMAZIONE – LA ROTTA BALCANICA E L’ESTERNALIZZAZIONE DELLE FRONTIERE
Nell’ambito del progetto “Work Station – Giovani cittadini in azione” promosso dall’associazione #MaiDireMai grazie ai fondi del Terzo Settore regionale, il giorno venerdì 27 agosto, presso l’ex lavatoio di San Giacomo, si è tenuto l’incontro formativo “La rotta balcanica e l’esternalizzazione delle frontiere”, gestito da Paola Gentili, referente di Border Violence Monitoring Network (BVMN) in collegamento diretto dalla Bosnia, e da Trieste Davide Pittioni, formatore di ASC.
A Trieste infatti, ogni giorno, vediamo decine di persone arrivare stremate dalla cosiddetta rotta balcanica. Sono richiedenti asilo e persone in transito in fuga da guerre e miseria, o semplicemente alla ricerca di una vita migliore.
Attraversano una rotta via terra dove si susseguono senza discontinuità campi, frontiere e violenze. In questa via di fuga verso l’Europa occidentale, che spesso in realtà si trasforma in una trappola mortale, si mostrano in tutta la loro durezza le politiche migratorie dell’UE, fondate sull’esternalizzazione delle frontiere e sul contenimento nei campi, spesso in violazione dei diritti umani.
L’iniziativa è stata un momento di approfondimento sui contesti che si intersecano nella rotta balcanica, su chi la attraversa, costretto a scappare dalle aree instabili del mondo e sul ruolo delle politiche europee, che spesso condizionano le crisi umanitarie a cui assistiamo.
Sono stati invitati a partecipare tutte le operatrici e gli operatori volontari della città, che hanno ricostruito insieme ai formatori le direttrici di migrazione dal Medio Oriente alle porte d’Europa, analizzando da vicino meccanismi di violenza e respingimento perpetrati sui confini della rotta balcanica. La formazione ha riscontrato un certo interesse tra i giovani, dal momento che gli argomenti affrontati si intrecciano inevitabilmente con l’attualità più stretta e sono stati quindi motivo e spunto di riflessioni di gruppo.
Il percorso iniziato si concluderà il mese prossimo nell’incontro con l’associazione ICS- Ufficio Rifugiati Onlus di Trieste, che si occupa da anni dell’accoglienza diffusa dei richiedenti asilo e dei depositari di protezione internazionale.
AFGHANISTAN. ORA CI VUOLE LA NON VIOLENZA
Rilanciamo il comunicato del Movimento Nonviolento sulla situazione afghana e sulla verità prima vittima della guerra. La prima vittima della guerra è la verità. In Afghanistan quello che è accaduto negli ultimi 20 anni, dal 2001 al 2021, si è retto sulla menzogna, una montagna di bugie sostenute e diffuse dai militari combattenti delle varie fazioni, dai politici responsabili delle scelte fatte, dall’informazione al soldo degli interessi in campo. Poi ci sono le vittime in carne e ossa, bambini, donne, uomini, morti o feriti sotto le bombe, negli attentati, negli scontri, o cercando di fuggire da un futuro di paura. La guerra cambia il significato delle parole: gli invasori diventano liberatori, i terroristi diventano patrioti, i morti degli altri diventano effetti collaterali. L’attacco terroristico dell’11 settembre a New York (il primo della storia in diretta televisiva) non poteva rimanere senza risposta, ma quella dell’invasione dell’Afghanistan e dei bombardamenti su Kabul, è stata la più sbagliata: ha innescato reazioni a catena con variabili indipendenti e fuori controllo, che in vent’anni hanno determinato una situazione insostenibile. La fuga precipitosa degli eserciti stranieri lascia il campo in mano proprio a chi doveva essere battuto. E quel che è peggio, gli lascia in eredità un ingente arsenale di armi che dovevano “esportare la democrazia” e ora saranno al servizio del nuovo Emirato islamico: cambia ideologia, ma la violenza è la stessa. Un’intera generazione è cresciuta conoscendo solo la guerra come condizione di vita e di morte. I risultati di quella guerra sono la diminuzione delle aspettative di vita degli afghani, la crescita della mortalità infantile, l’aumento della povertà e il calo dell’alfabetizzazione. Solo i produttori di sistemi militari si sono arricchiti a dismisura (con un rendimento addirittura dell’872% ci dicono gli analisti della Rete Pace e Disarmo, di Opal, di Milex, gli unici che forniscono i dati reali di questa guerra che all’Italia è costata 8,7 miliardi di euro). Ora vige il caos ed è facile prevedere che si aprirà la stagione della guerra civile tra le diverse etnie sostenute da altre potenze esterne. Il bottino Afghanistan è troppo ghiotto, ricco com’è di materie prime (tra l’altro produttore dell’80% di oppio a livello mondiale), e la cui importanza strategica geopolitica è determinata dal suo ruolo di crocevia asiatico. Qualsiasi tentativo di semplificazione della storia e dell’attualità afghana porterebbe ad errori di valutazione, ma è fuori di dubbio che oggi le influenze maggiori sul suo futuro si giocano tra Pakistan, Cina, Russia, Turchia, Iran, ma anche sul ruolo che i giovani afghani vorranno prendere nelle proprie mani. In questi giorni i riflettori sono puntati sull’aeroporto internazionale di Kabul, ma la stragrande maggioranza delle persone, donne, uomini e ragazzi dell’Afghanistan di domani, sono nelle province, nelle periferie, nelle montagne e sugli altipiani di quella sterminata regione, dove i “corridoi umanitari” non arriveranno mai e dove si determineranno i destini di quelle persone. Le poche, reali informazioni che abbiamo vengono dalle Organizzazioni non governative, anche italiane, o dalle Agenzie internazionali che sono e restano davvero presenti sul territorio nonostante i disastri combinati dall’operazione militare Usa-Nato. Sono le sole voci, insieme a quelle delle associazioni della società civile afghana, oggi ascoltabili e che possono parlare con dignità. Irricevibili e vergognose, invece, le parole ipocrite di politici e partiti che avevano sostenuto le ragioni dell’intervento armato, votato i finanziamenti della missione militare, e di giornalisti ed “esperti” che hanno giustificato la “guerra giusta” contro il terrorismo internazionale e per “liberare le donne” dal burka, ed ora ci spiegano, con la stessa faccia tosta, la necessità dell’aiuto umanitario, affidato a quelle stesse forze armate artefici del clamoroso fallimento militare. Ma davvero non si vergognano? Davanti a questo sfacelo, ampiamente previsto da chi si è opposto a questa guerra infinita, come a tutte le guerre, ci sono solo tre cosa da fare: – moltiplicare l’impegno nonviolento contro la preparazione della prossima guerra (contro l’industria bellica, contro i bilanci militari, contro le banche armate, per la smilitarizzazione e l’istituzione della difesa civile non armata e nonviolenta); – offrire aiuto alle vittime della guerra, ai profughi che fuggono dalla violenza; – sostenere l’islam nonviolento contro il fondamentalismo talebano, sull’esempio di Abdul Ghaffar, detto Badshah Khan (il Gandhi musulmano), che operò in Pakistan e Afghanistan, fondando il primo “esercito” nonviolento della storia addestrato professionalmente. |
CONCLUSA 35° EDIZIONE DI GOLETTA VERDE
Si è conclusa a Trieste la 35° edizione di Goletta Verde, a cui è seguita poi la conferenza stampa di Legambiente e Goletta Verde, che ha visto Katiuscia Eroe (portavoce Goletta Verde), Sandro Cargnelutti (presidente Legambiente FVG) e Andrea Wehrenfenning (presidente del circolo Legambiente “Verdeazzurro” di Trieste) discutere circa le condizioni delle acque costiere del Friuli Venezia Giulia. Come presentato dal risultato delle analisi, 3 campioni su 10 sono risultati oltre il limite di legge, e gli altri sono a loro volta poco al disotto della soglia limite. Per quanto i dati di Arpa siano gli unici determinanti la balneabilità di un tratto di costa, quelli delle analisi eseguite da Goletta Verde individuano quelle criticità presenti – nelle acque – dovute a una scarsa o inadeguata depurazione dei reflui in specifici punti (foci, canali, corsi d’acqua – tutti mezzi attraverso cui l’inquinamento per insufficiente depurazione raggiunge il mare). Katiuscia Eroe ha denunciato quanto Regioni e Comuni debbano impegnarsi di più e portare risultati concreti e immediati circa la definizione di politiche e azioni in grado di proteggere le nostre acque, accompagnati da un nuovo modo di concepire l’energia in modo da proteggere i cittadini e il territorio dai pericolosi eventi climatici sempre più frequenti e devastanti. Si è inoltre parlato di rifiuti sulle coste friulane, e il monitoraggio fatto sulle spiagge di Canovella de’ Zoppoli a Duino-Aurisina e il lido di Staranzano ha rilevato che ogni 100 metri di spiaggia sono presenti 124 rifiuti: un valore che supera di gran lunga la soglia di riferimento stabilita a livello europeo per considerare una spiaggia in un buono stato ambientale – che ammonta a meno di 20 rifiuti ogni 100 metri lineari di costa. L’argomento è poi slittato sullo spreco d’acqua dolce, che vede salire il consumo di risorse d’acque profonde, e con esso l’aumento dei rischi sanitari e la progressiva sostituzione di acque pregiate con altre di qualità inferiore e più inquinate. È chiara la necessità di un cambiamento d’azione e di comportamento da parte di Regioni e Comuni, ma anche dei singoli cittadini (basti pensare a tutti i rifiuti gettati sulle spiagge ogni anno): ognuno bisogna faccia la propria parte, e che si inizi il prima possibile. |
TACT FESTIVAL
A fine Agosto inizierà il TACT, un festival internazionale di teatro che si terrà a Trieste dal 30 Agosto al 4 Settembre. Il TACT è sempre stato pensato per luoghi chiusi – all’interno di teatri e mostre -, ma quest’anno l’emergenza COVID-19 ha portato tutti a reinventare le iniziative e renderle possibili in nuove modalità. Anche il Festival si è rinnovato, portando le proprie attività artistiche e performative in spazi aperti nel rione di San Giacomo, e promuovendo l’obiettivo di vivere l’arte come uno strumento di rigenerazione urbana e di coinvolgimento attivo delle comunità locali.
Da sempre, quando si parla di TACT si parla di verità di eventi e discipline messe in campo, di artisti italiani e internazionali.
Quest’anno il Festival propone tre workshop, tenuti da professionisti specializzati in teatro partecipato e azioni site-specific, tre concerti con cantautori locali e nazionali all’interno della rassegna, e una giornata dedicata alla poesia in forma di poetry slam (un contest dove i poeti emergenti potranno recitare le proprie poesie e una giuria scelta tra il pubblico decreterà un vincitore).
Per tutto il mese di Settembre, inoltre, il TACT allestirà in sala Xenia – messa a disposizione dalla Comunità Greco Ortodossa di Trieste – una mostra d’arte contemporanea di pittori, fotografi e artisti, sia locali che nazionali, curata dall’associazione DayDreaming Project.
Infine, per l’intera durata del Festival ci saranno spettacoli, letture e laboratori teatrali per bambini e ragazzi.
La modalità in cui si svolgerà il TACT quest’anno punta su una rigenerazione urbana: l’utilizzo di spazi urbani per svolgere gli spettacoli ha l’obiettivo di condividere un modo alternativo di vivere la città e gli spazi aperti, e di promuovere un messaggio arte accessibile a tutti, anche attraverso workshop atti a coinvolgere attivamente i cittadini nella realizzazione delle attività.
Tramite il TACT, il CUT (l’associazione che si occupa del Festival) si sta specializzando in ciò che viene definito “Audience Development”, un processo strategico e dinamico di allargamento e diversificazione del pubblico e di miglioramento delle condizioni complessive di fruizione. L’obiettivo del Festival è quello di rendere l’arte più partecipata, di favorire l’inclusione giovanile, lo scambio e la condivisione.
Settembre si aprirà quindi con giornate energiche e attive, e il rione di San Giacomo a Trieste sarà avvolto da spettacoli ed eventi teatrali che per qualche giorno gli doneranno un colore e una vita diversa.
L’AGOSTO DEI VOLONTARI
Nel mese di Agosto i volontari della rete di Arci Servizio Civile sono rimasti attivi e coinvolti nei progetti dei loro enti.
In particolare, ZSŠDI Gorizia ha dato la possibilità ai suoi volontari di collaborare alle attività ludico motorie che l’ente ha messo in atto presso le scuole primarie con lingua di insegnamento slovena. I ragazzi hanno inoltre svolto attività di archiviazione dati, progettazione e programmazione di nuove attività – che verranno sviluppate nei prossimi mesi.
Allo stesso modo le volontarie della Cooperativa Informazione Friulana – Radio Onde Furlane hanno offerto il loro supporto per le attività del Suns – il festival delle arti in lingua minorizzata organizzato dalla cooperativa.
AIAB ha visto un proprio volontario intervistare il produttore di un’azienda orticolo biologica circa i trapianti botanici che vengono effettuati durante il mese d’Agosto.
Anpi Trieste e ZSKD Cividale hanno reso i propri volontari partecipi alla catalogazione e digitalizzazione dell’archivio Anpi-Vizpi Trieste, e alla preparazione creativa di locandine.
Anpi Trieste e ZSKD Cividale hanno reso i propri volontari partecipi alla catalogazione e digitalizzazione dell’archivio Anpi-Vizpi Trieste, e alla preparazione creativa di locandine.
MONTEANALOGO VISTO DA LE MONDE
Nel mese di Agosto, il giornale francese Le Monde ha dedicato una serie di articoli a René Daumal e al suo libro Mont Analogue, un classico della letteratura della montagna: si parla di quanto quel libro sia stato un apripista del genere, e quanto abbia influenzato la politica e la cultura europea. Nei sei articoli pubblicati se ne può notare uno in particolare – il quinto – che cita Monteanalogo, un ente associato di Arci Servizio Civile . Nell’articolo si fa il nome di Fulvio Mosetti, il presidente dell’associazione, e si parla brevemente come anche in questo caso il libro di Daumal sia stato fondamentale: l’associazione infatti ha preso il suo nome proprio dal romanzo.
SLOFEST
Lo Slofest è giunto quest’anno alla sua quinta edizione biennale.
Il festival degli sloveni in Italia curato dalla Zveza slovenskih kulturnih društev si svolgerà dal 17 al 19 settembre a Trieste.
La grande novità di questa edizione è il nuovo scenario della tre giorni cittadina: la tensostruttura si troverà infatti in Piazza Sant’Antonio a Trieste. Non è tuttavia trascurabile l’impatto che un anno di condizioni instabili dettate dalla pandemia hanno condizionato le attività delle numerose associazioni e istituzioni slovene in FVG e tutto ciò si rispecchierà nel programma di Slofest che ha dovuto adattarsi all’instabilità operativa e puntare sul dinamismo offrendo agli spettatori un programma che per appuntamenti rimane ai livelli delle scorse edizioni.
Si parte quindi venerdì 17 settembre con una mattinata dedicata ai giovani e alle scuole passando poi nel pomeriggio all’approfondimento delle connesioni tra la comunità italiana e slovena a Trieste. Le mattinate di sabato e domenica mattina si svolgeranno nel segno di ospiti importanti che colloquieranno sull’attualità e sul futuro.
Il pomeriggio di sabato 18 settembre vedrà come protagonista la presenza della comunità slovena nella storia di Trieste e delle attività amatoriali. Domenica pomeriggio invece il cerchio si allargherà coinvolgendo tutte le comunità storiche che compongono il variegato bagaglio interculturale triestino con visite guidate, musica, racconti e tant’altro. Le serate di venerdì e sabato saranno ricche di musica, letteratura con concerti e musica dal vivo. Non mancherà neppure Dante e le ipotetiche connessioni con la Trieste contemporanea.
Slofest si propone quindi come un caleidoscopio di idee, eventi, musica, film, letteratura, giochi e riflessioni che la comunità slovena vuole offrire alla città di Trieste per incontrarci, parlarci e conoscerci meglio, stimolando al massimo il potenziale delle “città nel golfo” di Boris Pahor.
Un ricchissimo calendario di eventi dislocati dalla Val Canale all’interland triestino e in tutta la regione precederà inoltre la tre giorni già dai prossimi giorni. Tutti gli eventi saranno ad accesso libero e gratuito garantendo i requisiti antipandemici dei singoli spettatori.
Maggiori informazioni sugli eventi e sul programma sono disponibili al sito slofest.zskd.eu
NATURA(L)MENTE
Si terrà dal 24 al 26 settembre 2021 nelle pedemontana pordenonese la quarta edizione di “Natura(l)mente” promossa dall’Associazione giovanile #MaidireMai-#NikoliReciNikoli.
Lo scopo primario dell’iniziativa è quello di promuovere una riscoperta del territorio della regione da parte delle fasce giovanili della popolazione, innescando così processi di attivazione di forme di turismo solidale, equo e legato alle comunità.
Toccando alcuni paesi caratteristici della nostra regione il progetto intende promuovere diverse iniziative di promozione di questi territori, che siano in grado di riprodurre le attività tradizionali, gli usi e i costumi di queste comunità per attirare forme di turismo a basso impatto – in questo senso solidale e comunitario – soprattutto tra i giovani. Questi ultimi, infatti, mostrano sempre più una grande attenzione nei confronti dell’impatto ecologico e sociale delle loro condotte, e sono portatori di nuovi approcci di socialità, come il “ritorno” alle piccole comunità, ai legami solidali, ad usi che si credevano superati e che invece oggi trovano nuovi ragioni d’esistenza: basti pensare alla sempre maggiore diffusione del turismo eco-sostenibile, dei prodotti a Km0, dei gruppi di acquisto solidale. Queste nuove prospettive offrono grandi opportunità alle piccole comunità – come quelle dei paesi di campagna, dei borghi rurali, di alcuni quartieri anche di città più grandi – che possono essere investite da forme di rinnovato interesse nei loro confronti.
In questa direzione verranno aggiunti dei percorsi di avvicinamento a sport en plein air quali l’arrampicata e la canoa fluviale in un processo che sarà anche di riscoperta e promozione delle potenzialità dei territori.
Il programma prevede venerdì 24 settembre un’escursione naturalistisca sui sentieri e nei boschi di Castelnovo del Friuli, mentre a Pinzano al Tagliamento la proiezione del film “Diga”, un film-documentario che racconta la vita dei Diga, pastori transumanti giunti alla quarta generazione, costretti ad affrontare alcune delle più importanti sfide della Montagna. Sarà presente il regista Emanuele Confortin, direttore responsabile della rivista “Alpinismi.com” .
Sabato 25 settembre nella mattinata a Vito d’Asio invito all’arrampicata. La Palestra di roccia del Masarach soddisfa le esigenze sia dei climbers principianti che di quelli più esperti. Le qualità tecniche, la sicurezza e la sua posizione geografica hanno fatto in modo che venisse rapidamente conosciuta anche fuori dei confini nazionali: è infatti molto frequentata da climbers austriaci, sloveni e tedeschi.
Nel pomeriggio presso la Fattoria Didattica Terre di Agane di Valeriano a Pinzano al Tagliamento si terrà invece “Il sapere dei sapori”, un laboratorio di cucina (a cura della Condotta Slow Food del Pordenonese)
Domenica 26 settembre alla mattina in Loc. Pontaiba (Pinzano al Tagliamento) invito al kayak, insegnamento delle tecniche di base sperimentate sia in acqua “ferma” che in leggera corrente organizzato dall’ ASD CUS-Sezione Canoa Udine.
Buona parte delle attività previste fanno parte del programma formativo del progetto “Territori sostenibili” dei volontari in servizio civile universale di Arci Servizio Civile.
IN BREVE
E’ stata pubblicata sul sito www.arciserviziocivile.it/fvg la graduatoria relativa al Bando Servizio Civile Solidale 2021. Sono pervenute 54 domande su tutto il territorio regionale e lunedì 20 settembre 29 giovani dai 16 ai 18 anni andranno ad aggiungersi alla settantina di giovani del Servizio Civile Universale (18-28 anni) che hanno iniziato nel mese di maggio a confrontarsi sui temi che da sempre ispirano il servizio civile, elaborando idee e nuove proposte per le nostre società e dando libero spazio alla loro creatività per comprendere, agire e costruire assieme la cittadinanza attiva che saranno capaci di immaginare. Arci Servizio Civile per loro ha attivato 10 progetti (7 a Trieste, 1 a Udine, 1 a Muzzana del Turgnano nella bassa friulana e 1 a Paluzza in Carnia) che si occuperanno, tra l’altro, di organizzazione e gestione di iniziative sportive, ambientali e culturali; attività nel campo della comunicazione; diffusione della cultura della cittadinanza attiva; educazione alla legalità e alla progettazione partecipata; sviluppo di centri di aggregazione giovanile; servizio di doposcuola multiculturale; supporto nel campo della disabilità. Ci ha lasciati in questi giorni Sisa Sereno, dirigente di Arci Ragazzi e Arci Trieste, e fino a pochi anni fa dirigente di Arci Servizio Civile Trieste partecipando convintamente e attivamente al passaggio dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale. Merito suo anche il primo progetto di servizio civile all’estero. |
GLI APPUNTAMENTI DI SETTEMBRE 2021
Gli uffici ASC del Friuli Venezia Giulia nel mese di settembresaranno aperti ogni giorno, da lunedì a venerdì, dalle ore 9.00 alle 11.00 e dalle ore 15.00 alle 17.00.
Trieste, 31 agosto 2021