Istituzione: con D.P.R. del 12 luglio 1993 “Istituzione dell’Ente Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna”. Gestione: Ente autonomo regolato dalla legge n° 394/91; sono organi del Parco: il Consiglio Direttivo, la Giunta Esecutiva, il Collegio dei Revisori dei Conti, la Comunità del Parco. Estensione: circa 36.843 ha, ripartiti in quattro zone a tutela differenziata, come previsto dal Piano del Parco. “Zona A di riserva integrale“: comprende aree di eccezionale valore naturalistico, in cui l’antropizzazione è assente o di scarso rilievo e nelle quali l’ambiente naturale è conservato nella sua integrità; sono destinate alla salvaguardia ed al mantenimento degli equilibri biologici ed ambientali in atto, alla prevenzione ed all’eliminazione di eventuali fattori di disturbo endogeni ed esogeni. Con una superficie di circa 924 ettari, questa area comprende le Riserve Naturali Integrali di Sassofratino, della Pietra e di Monte Falco. “Zona B”: è la zona nella quale le attività consentite sono finalizzate al miglioramento della complessità degli ecosistemi, al mantenimento di equilibri naturali e colturali, all’esaltazione ed alla conservazione degli elementi di forte caratterizzazione paesaggistica, storica, monumentale, ancorché non coerenti con le caratteristiche di naturalità peculiari della zona stessa. Nella zona B vengono conservate le caratteristiche naturali, nello stato più indisturbato possibile. La naturalità è mantenuta attraverso la mera protezione, l’intervento attivo dell’Ente ed il mantenimento dei soli usi didattici, educativi,divulgativi, ricreativi ed agro-silvo-pastorali tradizionali, compatibili con la conservazione delle caratteristiche di massima naturalità. Comprende gran parte delle foreste demaniali regionali, il complesso monumentale della Verna e le Riserve Naturali Biogenetiche dello Stato (Camaldoli, Scodella, Campigna e Badia Prataglia). “Zona C”: essa è caratterizzata dalla presenza di risorse naturali, paesaggistiche ed ambientali meritevoli di protezione e valorizzazione. Comprende aree di interesse naturalistico, caratterizzate dal fatto che l’attività umana ha conformato l’aspetto dei luoghi e l’ambiente portandolo allo stato attuale meritevole di protezione, le quali dovranno essere oggetto di tutela paesaggistica attraverso il mantenimento dell’equilibrio tra il sistema insediativo e quello naturale. “Zona D”: comprende tutti i centri urbani e le loro previste espanzioni, nonché aree a destinazione produttiva tradizionale, piccoli centri di valore storico e di valenza turistica. Sorveglianza: Corpo Forestale dello Stato, organizzato nel Coordinamento Territoriale per l’Ambiente cui fanno capo 10 comandi stazione forestali. Distanza dei confini del Parco da alcune città: Firenze 49 km; Arezzo 48 km; Siena 100 km; Perugia 104 km; Rimini 96 km; Forlì 46 km; Bologna 116 km; Cesena 60 km. Regioni interessate: Emilia-Romagna (18.200 ha) e Toscana (18.000 ha). Province interessate: Forlì (18.200 ha), Arezzo (14.100 ha) e Firenze (3.900 ha). Comuni interessati: Bagno di Romagna, Santa Sofia, Premilcuore, Portico – San Benedetto eTredozio (FC); Chiusi della Verna, Bibbiena, Poppi, Pratovecchio Stia (AR); Londa e San Godenzo (FI). Le proprietà: Demanio dello Stato (5.300 ha); Demanio delle Regioni (18.800 ha); privati (12.100 ha). Abitanti residenti: circa 2.000. Superficie boscata: oltre l’80% della superficie totale. Corsi d’acqua: in Toscana, l’alto corso dell’Arno coi suoi affluenti: Staggia, Fiumicello, Archiano e Corsalone; in Romagna i torrenti Tramazzo, Montone, Rabbi ed il fiume Bidente coi sui rami di Corniolo, Ridracoli e Pietrapazza. Laghi: quello artificiale di Ridracoli, di 369 ha. Cima più alta: Monte Falco 1658 metri s.l.m. Punti più bassi: 430 m nella valle del Bidente di Ridracoli; 450 m nelle valli del Bidente di Corniolo e del Montone; 470 m nella valle del torrente Corsalone. |