INTERVISTA PAOLA ZONZINI VOLONTARIA DI SERVIZIO CIVILE REGIONALE PRESSO IL CENTRO INTERCULTURALE MOVIMENTI DI CESENA.
Parliamo del tuo viaggio a Praga e del tuo ruolo come ambasciatrice dei giovani in Europa. Come ti senti al riguardo?
Mi sento intimorita, un po’ come succede in tutte le situazioni in cui si hanno delle responsabilità, in quanto fa sempre paura avere delle responsabilità. Ovviamente sono anche molto contenta e orgogliosa, non so se poi sarò all’altezza. Mi hanno chiamata e sono stata entusiasta di accettare. Saranno poi gli altri che giudicheranno e, in base al loro feedback, capirò se sto facendo qualcosa di giusto o se devo migliorare.
Che tipo di percorso hai svolto per diventare ambasciatrice?
-[ridendo] Un po’ tortuoso! Dopo la fine del liceo sono andata a Venezia a studiare lingue orientali, nello specifico arabo e turco, qualcosa di molto extra europeo. Andando poi all’estero, in particolare fuori dall’Europa, mi sono accorta di essere cittadina dell’Unione Europea e che esserlo non è affatto banale; infatti ho avuto l’occasione di confrontarmi con dei miei coetanei, soprattutto in medio-oriente, che non avevano l’opportunità di viaggiare e studiare all’estero come potevo fare io! Ho vissuto tre anni in Francia, sono partita per l’Erasmus e poi sono rimasta per la laurea magistrale, e dopo tutti questi viaggi sono tornata in Italia con la voglia di viaggiare ancora e di vivere all’estero. Penso sia stata un po’ l’apertura, i vari percorsi di vita e i viaggi che ho fatto durante il mio percorso accademico a farmi diventare ambasciatrice.
Quali tematiche sono state affrontate durante l’incontro a Praga?
Il progetto si sviluppa in sette incontri, tanti quanti sono i paesi partecipanti. Ad ogni incontro si affronta una tematica differente in uno stato differente. Il filo conduttore di tutto il progetto è il futuro dell’Europa. Questo di Praga è stato il primo incontro. Il tema affrontato da me era il futuro dell’Europa partendo dal ‘Libro Bianco’ (documento pubblicato nel marzo 2017) che presenta cinque scenari differenti possibili per l’Europa del futuro, usato un po’ come spunto di riflessione; è un documento che è stato pubblicato prima del Covid quindi è stato interessante vedere se, per esempio le priorità dell’Europa sono cambiate con il Covid e se il futuro dell’Europa è cambiato.
Stai svolgendo Servizio Civile Regionale presso il Centro Interculturale Movimenti di Cesena: che connessione vedi tra il tuo ruolo di volontaria e di Ambasciatrice?
Bella domanda: in realtà sia il percorso accademico che ho fatto, il quale mi ha fatto diventare ambasciatrice, senza particolari meriti [ridendo], sia i miei interessi personali e il futuro che sogno per l’Europa, coincidono con il ruolo che svolgo nel servizio civile, ovvero operatrice volontaria nel Centro Interculturale. Quindi secondo me le due cose sono due facce della stessa medaglia! Mi riconosco molto di più nel ruolo di volontaria che nel ruolo di ambasciatrice, perché penso che i cambiamenti avvengano a livello locale attraverso l’aspetto umano e relazionale. Al Centro Interculturale movimenti dove faccio servizio, l’apertura è molto più che europea, in quanto la maggior parte degli utenti sono extraeuropei.
Penso che il mio ruolo da ambasciatrice sia strettamente collegato con il ruolo di volontaria. Il ruolo di volontaria mi piace molto e lo consiglierei a tutti i giovani.
Quando si parla di giovani viene da pensare anche all’esperienza svolta dai volontari in Servizio Civile. All’interno del Servizio Civile come può essere messo a frutto il tuo operato come Ambasciatrice?
Semplicemente parlando con gli altri, confrontandosi tra volontari poiché penso che una delle cose più importanti sia discutere, confrontarsi, riportare ciò che si è vissuto all’estero, perché altrimenti l’esperienza di Praga non avrebbe senso se rimanesse una cosa mia. E poi ovviamente riportarlo anche agli utenti con cui mi interfaccio come volontaria, quindi raccontare anche a chi non è europeo cos’è l’Unione Europea, anche se spesso lo sanno molto meglio loro, e presentare loro le possibilità che l’Europa offre.
Per concludere ti chiedo : secondo te, quale può essere il modo migliore per essere cittadino attivo nel territorio?
Per quella che è stata la mia esperienza, è stato per prima cosa necessario viaggiare portandomi dietro tutto quello che ho visto e ho fatto, senza la pretesa di imporre in Italia quello che ho visto all’estero. Ad esempio quando sono tornata ho osservato con maggiore attenzione il mio territorio che fino a quel momento avevo un po’ sottovalutato, rivalutandolo sotto una luce diversa. Mi sono resa conto che c’è la possibilità di fare tantissimo sul territorio e per farlo, bisogna cambiare la prospettiva con cui si guardano le cose. Quindi il mio consiglio è quello di migliorare prospettiva, si tende sempre a fare riferimento a quello che c’è intorno a noi, ma poi bisogna anche attivarsi per cambiare quello che non ci piace!