Se dovessi tornare indietro di 12 mesi, quando ancora non sapevo se avessi passato o meno il colloquio con quello che poi sarebbe diventato il mio olp (responsabile), e mi avessero detto di scrivere un articolo su quello che mi sarei aspettato a fine Servizio Civile, di certo non sarebbe stato uguale a quello che sto per scrivere.
In questi undici mesi ne ho viste e passate davvero di tutti i colori, potrei quasi dire che “Ho visto cose che voi non volontari non potreste mai immaginare”.
Io pensavo di limitarmi a fare la guida tra le sale della Fondazione Tito Balestra Onlus, e magari mandare qualche mail e rispondere al telefono una volta ogni tanto. E invece mi sono cimentato nel montaggio video, nel “photoshoppare” immagini, aiutare i bambini delle elementari nei laboratori, allestire e smontare mostre, impaginare libri, fare addirittura il fonico. Ho conosciuto persone incredibili, che mi hanno spronato sempre a dare tutto me stesso in quello che bisognava fare, soprattutto Flaminio, il mio olp, e Giulia, l‘altra volontaria mia collega. Certo, è un’esperienza che non consiglierei a tutti, ma solo a chi è volenteroso e ha voglia di fare e di mettersi in gioco, per non mancare di rispetto al servizio civile ma soprattutto alla struttura, che ci ha dato un’opportunità incredibile assolutamente da non buttare via.
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