La settimana tipo di un volontario del Servizio Civile Nazionale, che presta servizio presso una struttura residenziale per anziani, si compone di varie attività che possono essere molto diverse fra loro, aventi però uno scopo comune, il benessere dell’ospite anziano. Il volontario durante i suoi sei giorni di servizio potrebbe seguire una formazione specifica per poter apprendere e comprendere meglio le difficoltà e i punti di forza dell’invecchiamento, potrebbe dover accompagnare un ospite alle visite mediche e attendere con lui, potrebbe visitare un giardino di nuova inaugurazione nella propria città, potrebbe travestirsi da Lady Gaga durante una festa di carnevale e ballare Gioca Juoer, potrebbe leggere per gli ospiti un articolo di cronaca da una rivista, potrebbe comporre dei fiori di carta per abbellire la struttura e potrebbe servire agli ospiti la colazione o il pranzo.
La settimana di un volontario cosi composta potrebbe sembrare intensa e fatta di grandi atti di accudimento, e lo sono, ma quello che stupisce, comprendere, è che per gli ospiti queste attività, che il volontario svolge, vengono considerate consuetudini. Può capitare sotto questo punto di vista che il volontario non si senta completamente apprezzato per l’impegno che invece investe per assolvere al meglio a tali compiti.
Ma c’è un altro punto di vista, ci sono altri gesti, che potrebbero essere definite sottigliezze, che non comportano molto sforzo, che non implicano un apprendimento intensivo, ma necessitano solo di attenzioni verso la persona che abbiamo di fronte, in ogni attività prima descritta si possono compiere gesti come prendere un caffè al bar dell’ospedale o, se possibile, passeggiare così da migliorare il tempo d’attesa, si può scegliere attentamente il percorso da fare nel giardino e prendere sotto braccio l’ospite, senza offrire a lui il proprio cosi da non trasmettere il messaggio “hai bisogno di aiuto”, il volontario può essere autoironico e coinvolgere cosi l’ospite in una situazione che potrebbe sembrare imbarazzante, il volontario può favorire una conversazione, usando fatti di cronaca, sulla vita degli ospiti cosi da conoscere meglio le persone che si trova di fronte e creare un legame, può svolgere attività manuali prestando attenzione alle abilità dell’ospite cosi da poter proporre azioni che siano cucite sulle spalle di quella persona, può far attenzione a scegliere la marmellata all’albicocca che piace tanto a quell’ospite o passare del tempo a cercare un libro che l’anziano pensa di aver perso.
Questi gesti sono quelli che fanno ricevere al volontario delle attenzioni da parte degli ospiti stessi, degli sguardi di ringraziamento e dei “Grazie” veri e proprio che hanno il potere di ricaricare le batterie. Con questi gesti un’attività di accudimento di un volontario verso un ospite si trasforma in qualcosa di diverso, in un legame reciproco fra due persone che si sentono riconosciute in quanto individui unici, divenendo cosi Michele e Giacomo.