Stabilizzazione, flessibilità e inclusione: queste le proposte della Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile – Cnesc dal Festival nazionale del servizio civile. Nel documento presentato si chiede di stabilizzare il sistema per poter avere «l’università tanto auspicata», come sottolinea la presidente Laura Milani. Tra le iniziative utili vi è anche il passaggio a una presentazione triennale di programmi e progetti e il riconoscimento delle competenze.
Stabilizzare il sistema garantendo risorse adeguate, rafforzare la promozione del Servizio civile universale in scuole e università con il coinvolgimento del Terzo settore. Sono alcune delle proposte emerse dal secondo Festival Nazionale del Servizio Civile – GenerAzione Diritti che si è tenuto a Roma il 29 e 30 settembre.
Un appuntamento che ha visto la partecipazione di tanti giovani ed enti, tra dibattiti culturali sul servizio civile, la Costituzione e la figura di don Lorenzo Milani, il tutto arricchito con momenti di musica e spettacolo. In una nota la Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile -Cnesc sottolinea che la riuscita del Festival è «una conferma della ricchezza valoriale, sociale, umana di cui il Servizio Civile è portatore».
«Come Cnesc abbiamo individuato delle proposte anche al fine di favorire l’adesione dei giovani al Servizio Civile e renderlo realmente universale»ha detto dal palco del Festival la presidente Cnesc Laura Milani. «Tuttavia le innovazioni non possono essere efficaci se prima non si stabilizza il sistema. Il primo passo è quindi quello di potenziare il bando 2023 di prossima pubblicazione, che attualmente prevede l’avvio di 45mila operatori volontari, utilizzando i circa 130 milioni di euro risparmiati dai mancati avvii di quest’anno. E ancora, investire altri 280 milioni nella prossima legge di bilancio, oltre ai 150 già previsti per garantire nel 2024 l’avvio di almeno 60mila giovani in Italia e 1.500 all’estero. Diversamente, saranno appena 20mila gli operatori volontari, e saremo ben lontani da quell’universalità tanto auspicata».
E i giovani confermano il loro interesse con oltre 29mila domande per i 4.629 posti per i programmi di servizio civile digitale, pervenute entro lo scorso 28 settembre.
Le proposte Cnesc considerano con identica attenzione l’esigenza di potenziare e valorizzare la finalità di Difesa Civile non armata e nonviolenta propria del servizio civile e il percorso formativo dei giovani.
Alcune proposte tendono a semplificare e rendere più flessibile il sistema, per esempio con il passaggio da una presentazione annuale di programmi e progetti a una triennale che, si legge nel documento “faciliterebbe un investimento di medio termine agli enti e libererebbe energie che potrebbero essere reinvestite nella formazione e qualificazione dell’esperienza”.
Inoltre, si propone una maggiore flessibilità nell’articolazione dell’orario giornaliero, permettendo di rimodulare le ore di servizio su 4 giorni, o prevedendo ulteriori permessi straordinari in casi particolari.
Maggiore flessibilità non significa riduzione dell’impegno di servizio, in particolare all’estero dove invece va avviata una riflessione specifica dovuta alla particolarità dell’esperienza che richiede energie e tempo per immergersi in un contesto complesso.
«Servono prima di tutto un riconoscimento e una valorizzazione del servizio civile, anche a fronte del valore sociale di cui è portatore. Sembra che il ministro stia lavorando in questa direzione, e auspichiamo una conferma di questa impressione condividendo i prossimi passaggi con la Consulta che speriamo sia ricostituita a breve. Ma servono passi decisi e concreti per riconoscere le competenze di cittadinanza e trasversali che i giovani maturano attraverso il servizio civile, oltre ad agevolazioni e riconoscimenti materiali che facilitino il più possibile la loro adesione»,continua la presidente.
«Infine» conclude Milani, «non serviranno neppure le agevolazioni o la maggiore flessibilità nel sistema se molti giovani continueranno a non conoscere questa opportunità. Investire maggiormente nella promozione del servizio civile, a partire dalle scuole, e potenziare e attuare l’educazione alla cittadinanza per far crescere la cultura della solidarietà, dell’inclusione, della nonviolenza, rimangono – assieme al tema delle risorse – priorità per far sì che realmente questa esperienza diventi universale».
Articolo tratto da Vita.it