A quasi due mesi dalla fine del progetto, mi viene chiesto di raccontare cosa è stato il mio anno di servizio civile. Solo adesso mi fermo realmente a pensarci. Ciò di cui sono certa è che è passato tutto troppo in fretta, al punto che ancora non sono riuscita a mettere a fuoco quello che è – anzi è stata, ormai – questa esperienza.
Chiunque abbia attraversato il mio stesso cammino si sarà ripetutamente sentito chiedere perche avesse scelto di fare il servizio civile. A me questa domanda è stata posta durante ogni incontro di formazione, forse con lo scopo di farmi prendere coscienza del vero spirito del volontariato, o magari perché potessi vedere il percorso che stavo compiendo sempre sotto una luce diversa.
Per me, in verità, tutto è cominciato quasi per caso, essendo il servizio civile uno dei pochi concorsi accessibili a una studentessa venticinquenne con cittadinanza straniera. Inviai la candidatura quando ancora ero iscritta all’ultimo anno di laurea magistrale e dividevo il mio tempo tra altri due lavori, nessuno dei quali mi permetteva una benché minima applicazione delle conoscenze acquisite durante gli studi. Insomma, è iniziata così: un bando, un colloquio con esito positivo e infine l’abbandono di una delle precedenti occupazioni, perché “al servizio civile non si rinuncia”. A partire dal 1° luglio 2015 sono approdata ad una nuova importante tappa della mia costante ricerca di chiarezza, sicurezza, consapevolezza: presso il Servizio Progetti Integrati comunali, nazionali ed europei del Comune di Cesena ho trovato un ambiente in grado di valorizzare le mie attitudini e i miei interessi, facendomi sentire parte attiva di un gratificante lavoro di squadra. Come non essere grati, infatti, dell’opportunità di lavorare con persone così generose nel trasmettere calore e affetto, così disponibili a dare consigli e a condividere conoscenze?
All’interno di questo contesto mi sono trovata a svolgere attività di ricerca finanziamenti per progetti relativi a diverse materie indicate dall’amministrazione comunale, nell’ambito delle politiche comunitarie, come nel quadro dell’Europa 2020: Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Ho così avuto la possibilità di occuparmi quotidianamente di riqualificazione urbana ed efficienza energetica, di innovazione tecnologica e occupazione giovanile: tematiche di scottante attualità e di prioritaria importanza per il futuro.
Ecco che cosa è stato per me il servizio civile. Senza che in un primo momento me ne accorgessi, ha rappresentato un anno di grandi cambiamenti, durante il quale ho maturato una maggiore fiducia in me stessa e nelle mie capacità, ho finalmente ottenuto la cittadinanza italiana e mi sono laureata! Un anno in cui ho capito cosa mi piacerebbe fare del mio futuro, e in quale direzione andare. Un anno in cui, prendendomi una pausa dal via vai continuo e da impegni pressanti ed estenuanti, ho iniziato a vedere più chiaro. Non pensavo che quest’anno mi avrebbe portata fin dove sono ora, a svolgere quello che finalmente ho capito essere un lavoro che mi piace: l’europrogettista.