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LA CRISI DEL SERVIZIO CIVILE

LA CRISI DEL SERVIZIO CIVILE

È uscito prima di Natale il bando per la presentazione delle domande per i giovani per il servizio civile universale per soli 52.236 posti a fronte degli 80.000 previsti inizialmente con una riduzione del 37%. Questo meccanismo ha comportato a livello della provincia di Livorno per i nostri progetti una riduzione di almeno 20 posti di Servizio Civile. Purtroppo rimane apprezzabile lo sforzo con cui il Dipartimento delle Politiche Giovanili si è battuto nei confronti del governo stimolato, ovviamente, dalle associazioni in particolare come la nostra, Arci Servizio Civile, la quale ha avuto una penalizzazione enorme. Guarda il caso tra gli enti di progettazione i più penalizzati sono stati quelli che avevano come riferimento i progetti rivolti al mondo dell’accoglienza, dell’immigrazione, della cultura e educazione previlegiando invece i servizi sociali in sanità. Questo non vuol dire che non dovevano essere considerati importanti i servizi sanitari pubblici, però un dubbio per fare una riflessione sulla crisi e le inefficienze sanitarie. Quasi viene da pensare che questo governo le voglia coprire con il Servizio Civile Universale invece di mettere risorse ed assumere personale medico e paramedico che pare necessiti obbligatoriamente. Tutto questo dimostra un passo indietro rispetto all’universalità dell’Istituto, che aumenta l’incertezza su tutti gli altri attori di Servizio Civile. Per questo ancora una volta il CNESC (Coordinamento Nazionale degli Enti di Servizio Civile) rivolge un appello, questa volta non più solo al Governo ma a tutto il Parlamento e alla cittadinanza, affinché si dia indicazioni per investire in maniera seria, decisa e strutturale sul Servizio Civile e dare così stabilità all’ Istituto.