XVI Rapporto ASC

Questo documento fotografa le attività dei progetti ammessi al bando 20219 e i risultati raggiunti tra il 2020 e il 2021, durante l’anno di servizio dei giovani volontari.

Il XVI Rapporto illustra il contributo di ASC Aps alla attuazione del Servizio Civile Universale nel 2020 e nella prima parte del 2021 quando sono stati realizzati i programmi e i progetti del bando 2019.

LA PANDEMIA

Dopo l’avvio, il 15 gennaio del 2020, e le fasi di accoglienza, presentazione delle organizzazioni e delle attività, avvio della formazione generale e la programmazione del primo monitoraggio, nella seconda metà di marzo, l’esplosione della pandemia COVID 19 ferma il nostro Paese e rischia di fermare anche il servizio civile.

In effetti, per alcune settimane fra fine marzo e avvio aprile accade questo, tranne quei progetti di cura delle persone che non possono fermarsi, ma in quelle settimane matura la risposta.

In stretta collaborazione con il Dipartimento PGSCU viene stesa la circolare 5 Aprile 2020 che fissa le condizioni per far riprendere quasi ovunque le attività delle organizzazioni e quindi degli operatori volontari.

Questo XVI Rapporto racconta questa storia, attraverso dati, episodi, spiegazioni di come sia avvenuto questo successo. Il Rapporto indica anche quali sono stati i mutamenti che saranno duraturi, accanto alle modalità ordinarie che hanno continuato ad operare anche in regime di emergenza.

AFFRONTARE L’EMERGENZA

Due sono stati i fattori che hanno reso possibile questo risultato.

La collaborazione fra tutti i soggetti della rete. Il Dipartimento, gli enti titolari dell’accreditamento (ASC Aps), gli enti di accoglienza che hanno realizzato i 299 progetti in Italia, i 940 operatori locali di progetto, gli operatori volontari.

La natura di servizio alla comunità dei progetti, che ha permesso di adeguare ai nuovi bisogni gran parte delle precedenti attività, pensate per un quadro sociale ordinario. Questa natura, che ha permesso il riorientamento delle attività, riconosciuto e legittimato dalla citata Circolare del Dipartimento, ha reso evidente anche ai giovani che la finalità di concorso alla difesa della Patria (linguaggio certo desueto) con modalità civili, non armate e nonviolente, non è un tributo al passato, ma richiesta dalla realtà di oggi e del futuro, perché gli effetti della pandemia, che ancora adesso (novembre 2021) segna le nostre vite, l’economia, la vita sociale, saranno duraturi.

Per inciso, facendo un’incursione su un tema che l’indirizzo politico della Ministra Dadone ha messo in evidenza (l’occupabilità generata dall’anno di servizio civile), questa flessibilità sarebbe fortemente limitata se non compromessa se il servizio civile venisse concepito come un tirocinio.

FATTORI DI CONTINUITÀ

Fra i fattori di continuità, la relazione fra gli adulti (Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali dell’ente accreditato) e gli operatori volontari, costruita con il confronto diretto nelle prime settimane e ripreso con la parte finale del servizio, ristrutturato con le piattaforme a distanza nel periodo centrale, è pienamente riconfermata. È stata messa alla prova, sembrava cancellata nei periodi di lockdown, poi abbiamo scoperto che al contrario la rete di contatti con i giovani è stata superiore in alcuni casi che nel passato.

Altro fattore di continuità è stato il monitoraggio dell’andamento dei progetti, che ha permesso di conoscere in corso di lockdown gli effetti di questo periodo straordinario.

A livello di comunità, la relazione fra le organizzazioni e i cittadini non si è quasi mai interrotta, continuando dove possibile le attività originariamente previste, oppure temporaneamente rimodulate. In tal modo il servizio civile ha dimostrato la propria capacità di essere una risorsa al servizio delle comunità.

Tutto questo è stato reso possibile dall’abnegazione degli adulti che nelle organizzazioni si sono fatti carico delle difficoltà, a volte radicali, hanno riconvertito la presenza dell’organizzazione, hanno mantenuto la relazione con i giovani.

Relazione con i giovani che ha confermato quello che in periodo ordinario davano per scontato: i giovani sono un potente fattore di innovazione, e questa innovazione si può manifestare se c’è un’organizzazione che continua ad essere tale e che si apre al dialogo.

FATTORI DI INNOVAZIONE

Il più evidente fattore di innovazione è stata l’irruzione delle tecnologie digitali, delle varie piattaforme (google meet, teams, zoom…) nel servizio civile. Nomi prima sconosciuti sono diventati in pochi giorni fattori decisivi. Queste piattaforme hanno reso possibili riunioni per dare informazioni, ricevere le ansie e rispondere alla sete di notizie.

In termini di sistema, hanno permesso di rimodulare la formazione generale e quella specifica, come viene descritto nel rapporto.

In effetti, però, non si è trattato di novità assolute. ASC Aps ha da anni abbinato ad una relazione diretta fra le persone il ricorso a piattaforme digitali. L’accreditamento degli enti, la progettazione, il monitoraggio delle attività, la sezione di formazione a distanza asincrona, i sondaggi con gli operatori volontari sono prassi che da anni realizziamo.

È indubbio, comunque, che il ricorso a piattaforme delle quali andrà valorizzata la dimensione interattiva allarga il nostro modo di agire.

Uno dei fattori innovati è il fattore tempo. Se da una parte le riunioni hanno abbattuto i tempi dei viaggi, dei ritardi nell’avvio delle riunioni, nei risultati delle stesse e questo è bene, dall’altra la perdita di profondità nei confronti è una preoccupazione rilevante.

Almeno nella nostra esperienza i webinar, le riunioni su piattaforma sono efficienti quando centrate sulle presentazioni, sull’informazione. Molto meno lo sono quando vanno fatte maturate consapevolezze, quando serve riportare esperienze sul campo per farne elementi di sistema, quando si confrontano posizioni e interessi diversi.

Il processo democratico di presa di coscienza comune, di elaborazioni innovative continua a richiedere incontri fra persone, certo facilitati da alcune utilities che le piattaforme di digitali possono mettere a disposizione.

L’altro fattore di innovazione riguarda la rimodulazione delle attività in base ai mutati bisogni sociali. È questo un tema che nell’ottica della programmazione triennale acquista una rilevanza centrale. Serve che tutto il sistema del SCU (Dipartimento, Enti, Operatori) individuino procedure per dare concretezza, governata e coerente con le finalità del SCU, alla dicitura “adeguamento annuale” che è presente nei nuovi Artt. 4 e 5 del Decreto Legislativo n. 40/2017.

DALLA VOCE DEI PROTAGONISTI LA LETTURA DELLA REALTÀ

Il Rapporto nei capitoli centrali riporta il vissuto durante questo anno dall’osservatorio privilegiato dei corsi di formazione generale e di risposte dei giovani e degli operatori locali di progetto ai monitoraggi che abbiamo realizzato. In tre occasioni con gli operatori volontari e un una occasione con gli OLP.

È sempre importante mettersi a tavola e discutere della nostra attualità, le conoscenze che si cominciano ad assumere nel corso di questi incontri possono cambiare la nostra vita e magari un giorno anche di quelle che ci stanno attorno. Perciò sono molto felice di aver preso parte a questo progetto, e anche se le condizioni non erano “ideali” è comunque stato molto divertente e interessante da seguire”.

Questa frase ci pare riassumere questo anno di servizio civile.

L’INVESTIMENTO IN PERSONE E RISORSE ECONOMICHE

Un fattore di continuità che in questo anno è stato sottoposto a tensioni e innovazioni, che però non hanno mutato i dati fondamentali è l’investimento in persone e risorse economiche che è stato necessario per realizzare i progetti e impiegare positivamente i giovani.

Un periodo, il 2020 e il 2021, nel quale sia il Terzo Settore che le amministrazioni locali sono state falcidiate dalle chiusure delle attività (particolarmente pesanti gli effetti per l’associazionismo di promozione culturale e formativo), dalle malattie e decessi che ci sono stati, dalle priorità saltate o sostanzialmente rimodulate. Sul piano associativo ASC Aps ha preso due importanti provvedimenti, nel 2020 e del 2021, per venire incontro a queste gravi difficoltà.

Sul piano della attuazione del SCU però le presenze dei selettori, degli operatori locali di progetto, dei docenti di formazione specifica a livello territoriale, dello staff nazionale dei formatori, dei responsabili programmazione, monitoraggio, informatica, gestione del servizio, dell’amministrazione hanno continuato ad esserci. Se l’attivazione del servizio civile in presenza è stata interrotta nelle sedi di attuazione per diversi mesi nel 2020, le attività nel territorio sono continuate.

L’insieme di queste attività sono riportate nel Capitolo 3 del Rapporto.

Buona lettura!