Servizio civile alla parata del 2 giugno: storia di una partecipazione tormentata

Negli anni è stata contestata soprattutto dal mondo pacifista e nonviolento, che ne ha sottolineato la contraddizione tra l’essere una manifestazione legata alla Festa della Repubblica e il suo concretizzarsi in forme strettamente militaresche. Quest’anno la parata avrà come tema specifico quello dell’inclusione

Nata nel 1948 per celebrare il secondo anniversario della Repubblica, due anni dopo la sfilata su via dei Fori Imperiali sarà inserita nelle celebrazioni per la Festa della Repubblica. Sospesa alla fine degli anni ’70 per contenere la spesa pubblica, la parata fu ripristinata nel 1983, ma le celebrazioni si svolsero la prima domenica di giugno sull’itinerario Aventino-Porta S. Paolo in ricordo della resistenza all’occupazione tedesca della città di Roma. Il 4 giugno 2000, per volontà del Presidente Carlo Azeglio Ciampi, la sfilata militare tornò a far parte delle celebrazioni della Festa della Repubblica e sul percorso dei Fori Imperiali. Quest’anno avrà come tema specifico quello della “Inclusione quale affermazione del diritto di ogni singola persona di avere accesso ed esercitare, nella società di cui è parte, le stesse opportunità”.

Il prossimo 2 giugno, per festeggiare la festa della Repubblica, si terrà l’ennesima parata militare, appena stemperata dalla modesta presenza di una piccola componente civile: un gruppetto di sindaci, un po’ di personale non armato, qualche ragazzo e ragazza del servizio civile. Saranno 2-3 milioni di euro spesi per far marciare i soldati armati, far volare le frecce tricolori, far sfilare i mezzi militari con cannoncini e mitragliatrici”, scrive Giulio Marcon, Portavoce della campagna “Sbilanciamoci”, voce controcorrente rispetto a questa manifestazione.

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